Inbar Lieberman, l’eroina di Israele (responsabile della sicurezza): a 25 anni uccide i terroristi e salva il villaggio dall’assalto

La giovane ha coordinato la resistenza nel suo kibbutz ed è riuscita a impedire che i terroristi ne prendessero il controllo

Inbar, l’eroina di Israele (responsabile della sicurezza): a 25 anni uccide i terroristi e salva il villaggio dall’assalto
di Chiara Bruschi
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Mercoledì 11 Ottobre 2023, 22:22 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 12:24

Si chiama Inbar Lieberman, ha solo 25 anni, e per Israele è già un’eroina. La giovane, infatti, ha coordinato la resistenza nel suo kibbutz ed è riuscita a impedire che i terroristi ne prendessero il controllo lo scorso sabato, sequestrando e uccidendo gli abitanti come fatto in altre comunità, con l’attacco a sorpresa che ha scioccato il mondo intero. Lei sola, scrive la stampa israeliana, avrebbe ucciso cinque terroristi mentre il resto delle forze di sicurezza da lei organizzate ne respingeva - e colpiva a morte - altri venti in sole quattro ore.

Siamo a un chilometro e mezzo dalla Striscia di Gaza, nel kibbutz Nir Am, quando Lieberman, che fa parte del servizio di sicurezza nella regione dal dicembre 2022, sabato mattina sente le prime esplosioni e subito capisce che qualcosa di molto grave sta per accadere.

Il rumore dei razzi, infatti, le appare diverso da quello che aveva già sentito altre volte durante i soliti attacchi missilistici sul kibbutz, situato vicino a Sderot. Si precipita ad aprire l’armeria e distribuisce fucili e munizioni tra i dodici altri membri della squadra di sicurezza. Una freddezza e una prontezza di riflessi che faranno la differenza. E salveranno l’intera comunità. Lieberman organizza quindi la squadra nei punti strategici, prepara le imboscate e, trasformando il kibbutz in una fortezza, non si è fatta trovare impreparata all’arrivo dei terroristi. 

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LA FORTEZZA

Secondo quanto rivelato da fonti di stampa locali, la giovane ha deciso di non aspettare come le era stato comunicato, ma di rendere la sua unità immediatamente operativa sul campo di battaglia: «Averlo fatto in anticipo ha evitato decine di vittime», racconta Ilit Paz, coordinatrice culturale di Nir Am, alla testata locale Israel Hayom. «È stato incredibile. Mio marito faceva parte dell’unità di pronto intervento che ha lavorato per evitare altre vittime. Hanno sentito gli spari e si sono messi in contatto da soli con altri membri dell’unità di standby e con Inbal - e hanno capito che era stato detto loro di aspettare. Ma Inbal ha preso una decisione diversa ed è subito passata all’operatività. In realtà, il fatto che l’abbiano fatto in anticipo ha evitato decine di vittime», ha aggiunto. E intanto, sui social israeliani questa storia di resistenza raccoglie consensi e applausi: «Il suo eroismo rimarrà nella memoria di Israele per generazioni. Inbal è la ragione per cui c’è un solo kibbutz in tutta l’area circostante che è rimasto illeso: Nir Am», si legge in un post citato da Maariv Daily, dove la popolazione ha lodato l’eroismo della Lieberman. 

LA RESISTENZA

Nir Am è una delle poche comunità in cui i terroristi di Hamas hanno tentato di entrare ma sono stati respinti. A Ein Habsor, un moshav anch’esso vicino alla Striscia di Gaza, alcuni abitanti sono riusciti a difendersi, come dichiarato al Times of Israel da un residente, Noam Gotliv. «Quello che ci è successo è stato in parte prontezza e in parte un miracolo», ha raccontato Gotliv. Ed è proprio sui kibbutz, comunità per lo più agricole abitate da civili che si basano sulla condivisione, che si è abbattuta in maniera inaspettata la furia di Hamas. Secondo quanto affermato da Israele, 40 bambini sono stati uccisi, alcuni dei quali trovati morti nelle culle, «bruciati vivi» e «decapitati». Le forze di sicurezza locali hanno combattuto per 17 ore prima che arrivassero i rinforzi. Intanto, scorrono sui siti dei media locali le immagini di Inbar Lieberman da lei postate sui social prima che questo incubo divenisse realtà. Le foto ritraggono Inbar che posa con le amiche, capelli biondi al vento e sorriso rilassato. Una spensieratezza che non le ha impedito di riconoscere il pericolo e di mettere in pratica quanto imparato durante l’addestramento militare che in Israele è obbligatorio per tutti, indipendentemente dal sesso, ventiquattro mesi per le donne e trentadue per gli uomini. Due facce della stessa medaglia, quando si vive a due passi dalla guerra: da una parte l’amicizia, la gioventù, la vita. E dall’altra il sangue freddo necessario a riconoscere la morte, quando sta per arrivare.
 

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