Tra i più noti filosofi italiani e tra i massimi esponenti della filosofia ermeneutica a livello mondiale, tradotto in varie lingue, studioso e originale prosecutore del pensiero di Martin Heidegger, Gianni Vattimo - morto questa sera all'età di 87 anni a Torino, dopo essere stato ricoverato negli ultimi giorni all'ospedale di Rivoli, con accanto Simone Caminada, 38 anni, assistente e compagno - ha teorizzato l'abbandono delle pretese di fondazione della metafisica e la relativizzazione di ogni prospettiva filosofica, diventando così il maestro del «pensiero debole» a livello internazionale. Vattimo, nella sua opera, ha sottolineato la storicità e la finitezza della condizione umana e la centralità del linguaggio (e dell'interpretazione) non solo nella comprensione dell'opera d'arte, ma in ogni altra forma di esperienza. Agli inizi degli anni Ottanta si è segnalato per la sua proposta, connessa all'orizzonte teoretico nietzschiano e heideggeriano ma anche a quello del dibattito sul postmoderno, di un «pensiero debole» caratterizzato dall'abbandono delle pretese di fondazione della metafisica tradizionale e dalla relativizzazione di ogni prospettiva filosofica o politica che intenda presentarsi come definitiva.
Chi era
Nato a Torino il 4 gennaio 1936 come Gianteresio detto Gianni, Vattimo è stato allievo di Luigi Pareyson, dal quale derivano i suoi originari interessi per l'estetica, avendo come compagno di studi Umberto Eco con cui ha condiviso amicizia e interessi, laureandosi in filosofia nel 1959 all'Università di Torino. Oltre alla giovanile militanza nell'Azione Cattolica, Vattimo fu con Eco anche tra i pionieri della televisione italiana: nel 1954 insieme parteciparono e vinsero un concorso della Rai per l'assunzione di nuovi funzionari; abbandonarono l'ente televisivo alla fine degli anni Cinquanta.
Gli studi
Studioso della filosofia ermeneutica contemporanea, ne ha indagato i presupposti storici e sviluppato le implicazioni teoretiche, dedicando le proprie ricerche a Friedrich Schleiermacher, Friedrich Nietzsche, Martin Heidegger e Gadamer, del quale ha curato l'edizione italiana di «Verità e metodo» (1972). Vattimo ha insegnato come visiting professor negli Stati Uniti e ha tenuto seminari in diversi atenei del mondo. È stato direttore della «Rivista di estetica», membro di comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino, nonché editorialista per i quotidiani «La Stampa» e «La Repubblica» e per il settimanale «L'Espresso». Ha ricevuto lauree honoris causa dalle Università di La Plata, Palermo, Madrid e dalla Universidad Nacional Mayor de San Marcos di Lima. Vattimo è stato non solo un pensatore speculativo ma anche un intellettuale militante di spicco della sinistra, dichiaratamente omosessuale e al tempo stesso rivendicando la sua fede cattolica, svolgendo attività politica in diverse formazioni: prima nel Partito Radicale, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei Democratici di Sinistra (dal 1999 al 2004), per i quali è stato parlamentare europeo, e infine nel Partito dei Comunisti Italiani. Dal 2009 al 2015 è stato parlamentare europeo indipendente eletto nelle liste dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, passando infine nell'Alleanza dei democratici e dei liberali per l'Europa.
Il pensiero
La complessità del suo pensiero, pone Vattimo tra i principali filosofi postmoderni. Sulla base delle obiezioni nietzschiane e heideggeriane alla 'metafisica della rappresentazionè (corrispondenza del linguaggio all'essere) e in consonanza con l'ermeneutica gadameriana, Vattimo è arrivato a identificare essere e linguaggio, sottolineando il ruolo che l'interpretazione in base alle presupposizioni linguistiche e storico-culturali riveste in ogni ambito dell'esperienza umana. Gli esiti ermeneutici della filosofia contemporanea costituiscono per Vattmo il punto di partenza di una concezione storicizzata e «nichilistica» della realtà e dei valori, per la quale l'essere si dà soltanto come temporalità e come «trasmissione di messaggi linguistici» da un'epoca all'altra. Prospettiva, questa, codificata con la proposta - connessa all'orizzonte teoretico nietzschiano e heideggeriano, ma convergente anche con le tesi postmoderniste (Jean-François Lyotar) e neopragmatiste (Richard Rorty) - di un «pensiero debole» caratterizzato dall'abbandono delle pretese di fondazione della metafisica tradizionale e di ogni concezione filosofica o ideologica che intenda presentarsi come assoluta. Recentemente ha proposto una visione «secolarizzata» della fede cristiana, basata sulla carità e ritenuta adeguata all'epoca contemporanea, caratterizzata dalla dissoluzione dei progetti metafisici.
I libri
Numerosi i libri di Vattimo, tra i quali figurano: «Essere, storia e linguaggio in Heidegger» (Edizioni di Filosofia, 1963); «Poesia e ontologia» (Mursia, 1967); «Schleiermacher filosofo dell'interpretazione» (Mursia, 1968); «Il soggetto e la maschera. Nietzsche e il problema della liberazione» (Bompiani, 1974); «Le avventure della differenza. Che cosa significa pensare dopo Nietzsche e Heidegger» (Garzanti, 1980); «Al di là del soggetto» (Feltrinelli, 1981); «Il pensiero debole (raccolta di saggi curata in collaborazione con Pier Aldo Rovatti, Feltrinelli, 1983); »La fine della modernità. Nichilismo ed ermeneutica nella cultura post-moderna« (1989); »Etica dell'interpretazione« (Rosenberg & Sellier, 1989); »Oltre l'interpretazione« (Laterza, 1994); »Dialogo con Nietzsche. Saggi 1961-2000« (Garzanti, 2001); »Tecnica ed esistenza. Una mappa filosofica del Novecento« (Bruno Mondadori, 2002); »Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso« (Garzanti, 2002); »Il futuro della religione« (con Richard Rorty, Garzanti, 2005); »Non essere Dio. Un'autobiografia a quattro mani« (in collaborazione con Piergiorgio Paterlini, Aliberti, 2006); »Ecce comu. Come si ri-diventa ciò che si era« (Fazi, 2007); »Addio alle verità« (Meltemi, 2009); »Introduzione all'estetica« (Ets, 2010); »Della realtà« (Garzanti, 2012); »Comunismo ermeneutico. Da Heidegger a Marx« (con Santiago Zabala, Garzanti, 2014). Di recente sono apparsi i volumi »Essere e dintorni« (La Nave di Teseo, 2018) e »Scritti filosofici e politici« (La Nave di Teseo, 2021). Nel pamhplet »Credere di credere« (Garzanti, 1996) Vattimo ha proposto una visione »secolarizzata« della fede cristiana, basata sulla carità e ritenuta adeguata all'epoca contemporanea, caratterizzata dalla dissoluzione dei progetti metafisici. Tra le numerose esperienze del filosofo anche quella di ideatore e conduttore su Raitre del programma televisivo di divulgazione filosofica »La clessidra« durante il 1986.
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