L’ha imitato così tanto, e così bene, che alla fine ne ha risentito la sua stessa salute. «Ho raschiato talmente spesso la voce, per rifare quella di Giampiero, che per lo sforzo mi si sono danneggiate le corde vocali. Dovrò fare un piccolo intervento, nulla di grave. Ma mi ricorderà per sempre il nostro rapporto».
Conduttore, attore e imitatore, Nicola Savino ha “rifatto” la voce di Giampiero Galeazzi, il giornalista ed ex canottiere scomparso oggi a 75 anni, sia in radio, sulle frequenze di Radio Deejay, che in televisione, da Zelig in poi.
La scomparsa di Galeazzi
«La notizia della sua morte mi ha intristito moltissimo.
Neanche un’ombra di verità nell’imitazione? «Poteva diventare cinico, ma come lo siamo tutti in età adulta. A volte, quando mi descriveva il tennis di una decina di anni fa, mi diceva: “queste al confronto so’quattro pippe” (imita di nuovo la voce, ndr). Fuori onda era veramente un uomo molto simpatico». Qual era la sua forza? «Il suo segreto era differenziare: c’era il Galeazzi col cappello a falde larghe a bordo campo, in serie A, accanto a Maradona; poi quello che con flemma seguiva il tennis sul lungolinea; infine il Galeazzi che si riconnetteva alla sua giovane età attraverso il canottaggio».
La telecronaca dell'oro olimpico
Youtube lo ricorda soprattutto così: 618mila click per la telecronaca dell’oro olimpico degli Abbagnale, nel 1988. «Perché mentre commentava il canottaggio, e in particolare la grande impresa degli Abbagnale, provava un’emozione autentica. La sua voce era vera. Quelle immagini lo facevano letteralmente uscire di testa. E gli italiani, che sono un popolo latino, vanno pazzi per le emozioni: questo fatto di Galeazzi che non si conteneva commentando gli Abbagnale ci ha esaltati tutti. Ma nel privato era flemmatico, una persona con un grande aplomb. Ci mancherà».
Giampiero Galeazzi e la "fuga" per raccontare lo scudetto della Lazio
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