Terni, Piediluco ricorda il "ciclone" Galeazzi e le sue telecronache dal lago

Terni, Piediluco ricorda il "ciclone" Galeazzi e le sue telecronache dal lago
di Lorenzo Pulcioni
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Lunedì 15 Novembre 2021, 14:08 - Ultimo aggiornamento: 18:12

 «Guarda a destra, guarda a sinistra. Non lo prendono più». Viene quasi naturale citare la scomparsa di Giampiero Galeazzi con una delle tante frasi celebri che hanno reso iconiche le sue telecronache. Quel modo di raccontare ha reso celebri sport come il tennis e soprattutto il canottaggio che negli 80 e 90 erano lontani dalla popolarità e dal lusso del calcio. Che invece 'Bisteccone' sapeva sdrammatizzare come pochi. Ed è così che lo ricordano gli uomini di sport che a Piediluco hanno condiviso gli anni ruggenti del Memorial Paolo d'Aloja, quando al Circolo Canottieri faceva capolino la mole imponente del giornalista romano.

L'amicizia che lo legava ai fratelli Abbagnale, l'amore per il Lago di Piediluco e ovviamente la passione per il cibo, in particolare i carbonaretti di cui andava ghiotto nelle serate conviviali al termine delle gare di canottaggio.

«In questo momento sono triste - le parole di Giuseppe Abbagnale, attuale presidente della Federazione Italiana Canottaggio - Giampiero ha accompagnato non solo la nostra vita sportiva in maniera intensa e totalizzante, ma nel tempo è diventato anche una persona di famiglia, con cui si era creato questo connubio. Un personaggio anche sui generis se vogliamo, ma con lui voce e impresa sportiva diventavano una cosa sola. E quella telecronaca è storia della tv». Giuseppe Abbagnale, col fratello Carmine, vinse l'oro olimpico del due con a Seul '88 ma quell'impresa è tutt'uno con la telecronaca di Galeazzi. Così come l'oro di Agostino Abbagnale nel quattro di coppia a Sidney 2000.

«L'ho conosciuto prima da tifoso, con le telecronache delle prime vittorie di Giuseppe e Carmine - ricorda Agostino - era capace di trasmettere l'intensità che gli derivava dalla sua esperienza agonistica, essendo stato a sua volta un canottiere.

Ha fatto conoscere il nostro sport al grande pubblico e ha trasportato nell'immaginario popolare la grande emozione che era capace di fare. Per lo spettatore era come essere in acqua a tirare i remi. Allo stesso tempo ha reso il calcio più umano e vicino alle persone. Ancora oggi chi mi incontra, la prima cosa che mi chiede sono proprio le telecronache di Giampiero». A Piediluco è stato di casa per un decennio. Sempre pronto alla battuta, a chi lo invitava per offrirgli il caffè ribatteva prontamente: «Beh già che ci stai offrime pure un tramezzino».

La buona tavola, del resto, era un'altra sua grande passione. Sebastiano Zanetti, piedilucano doc, nel 1987 era il timoniere dell'otto con pesi leggeri che vinse i campionati mondiali a Copenaghen: «Ho conosciuto Galeazzi in quel periodo, l'anno dopo ci fu la celebre telecronaca di Seul. Era innamorato di Piediluco ed era entusiasta di venire non solo perchè era grande amico con i fratelli Abbagnale. Al termine del Memorial d'Aloja si facevano sempre grandi tavolate e lui adorava i carbonaretti, un nostro piatto tipico». Di bocca buona, entuasiasta della vita, giornalista capace di raccontare le emozioni dello sport come pochi. Giampiero Galeazzi ha raccontato con la sua voce inconfondibile pagine indelebili di storia del canottaggio a Piediluco. 

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