Francesco Guccini: «Ho cambiato il testo di Bella ciao, canto oppressore e non invasore. L'Iran non è stato invaso»

Francesco Guccini: «Ho cambiato il testo di Bella ciao, canto oppressore e non invasore. L'Iran non è stato invaso»
di Luca Uccello
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Venerdì 10 Novembre 2023, 15:37

Ci risiamo. Dopo 'Canzoni da intorto', vincitore della Targa Tenco 2023 per la categoria 'Interprete di canzoni', Francesco Guccini torna con un'altra raccolta di canti popolari rivisitati in chiave strettamente personale. L'album si chiama Canzoni da osteria. «Nelle osterie che frequentavo non si parlava di politica ma di Vietnam e poi di diritti civili. C'erano greci, americani. Eravamo tutti studenti con pochi soldi e di sinistra».

La prima canzone è una rivisitazione di Bella Ciao, il più importante canto popolare italiano dedicato alla Resistenza italiana, reinterpreato dal Maestro Guccini.

«'Bella Ciao' è diventata misteriosamente una canzone internazionale. Nella serie tv 'La casa di Carta' si canta 'Bella Ciao' in italiano. Molte donne iraniane cantano 'Bella Ciao'. È diventata simbolo di protesta contro la teocrazia iraniana". Ma non solo: «Ho cambiato una parola al testo: canto oppressore e non invasore. L'Iran non è stato invaso, in Italia si può dire uguale…».
Parole del cantautore Francesco Guccini durante la presentazione del suo nuovo album, 'Canzoni da Osteria', nell'Aula Magna dell'Università Statale di Milano. E dalla sua poltrona fa ironia anche sul nostro Governo: «Sono soddisfatto, molto soddisfatto. Cosa volete che vi dica? Vi ho parlato già del piccolo cambiamento che ho fatto nel mio album a Bella Ciao. L'Italia non è ancora una teocrazia, e questa è una bella soddisfazione. A 83 anni non potranno mettermi in galera, e anche questa è un'altra bella soddisfazione. Dall'altra parte si spera sempre che succeda qualcosa.

Ma per il resto sono soddisfatto? Quasi, non del tutto. Non soddisfattissimo via...».

Tra le canzoni scelte di Francesco Guccini c'è anche una canzone popolare ebraica, Hava nagila. Da qui l'occasione per dire la sua anche sul conflitto in corso tra Israele e Hamas. «Non ho mai approfondito la questione della guerra in Medio Oriente, anche se diversi amici di Medici senza Frontiere che erano in Israele mi parlavano dell'occupazione della Palestina. Come nei talk show ci sono due fazioni opposte, due tifoserie che si urlano contro, dimenticando chi c'è in mezzo. E in mezzo ci sono le vittime».

Poi cita un amico che non c'è più per augurare la fine del conflitto: «Vorrei citare una tavola di un amico che è scomparso un mese fa, Sergio Staino. Sergio aveva fatto un disegno meraviglioso sulla mia canzone 'Il vecchio e il bambino'. E finiva col vecchio e il bambino che andavano di spalle verso un mondo migliore. Il vecchio aveva sulla schiena la bandiera israeliana e il bambino quella palestinese. Questa speranza di fraternità e di amicizia fra le due etnie, lontana nel tempo, si può sempre avere». 

Poi cita un'altra sua canzone: «Un'altra mia canzone si chiama 'Auschwitz' e parla di ebrei. La frase finale dice "io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà". Ecco, può sembrare retorica, ma è così che la penso». 

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