A sera, il caso delle presunte mazzette del Qatar fa tremare anche i vertici del Parlamento europeo e del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D). Non solo i quattro italiani fermati durante la giornata: le autorità di Bruxelles hanno perquisito l'abitazione e posto in stato di fermo, secondo quanto riferito dai media belgi, pure la vicepresidente dell'Eurocamera, la socialista Eva Kaili. Che a fine novembre s'era fatta notare per i commenti positivi su Doha e per la mano tesa a un Paese «all'avanguardia sui diritti dei lavoratori» e che «ha già dimostrato l'impossibile». Di regola, i membri del Parlamento Ue godono dell'immunità parlamentare che, per essere rimossa, necessita di un voto. A meno che l'eurodeputato non venga colto in flagranza di reato.
Neppure un'ora dopo l'aggiornamento del quadro delle indagini, Kaili è stata espulsa dal Pasok, il suo partito in Grecia, con un comunicato stringato che cita la decisione del presidente della forza politica Nikos Androulakis.
Chi è Eva Kaili?
44 anni, nella vita privata compagna di Francesco Giorgi, già collaboratore dell'ex europarlamentare Pier Antonio Panzeri, entrambi fermati ieri dalla giustizia belga, prima di avviarsi alla carriera politica, venendo eletta nel 2007 al Parlamento nazionale in rappresentanza di un distretto di Salonicco, Kaili ha lavorato come giornalista per il canale Mega Tv.
L'INTERVENTO
E proprio sulla regione e, più in particolare, sul Golfo e Doha, ha catturato l'attenzione, di recente, con un intervento nell'emiciclo. Nel corso dell'ultima plenaria dell'Eurocamera a Strasburgo, due settimane fa, Kaili ha partecipato al dibattito parlamentare in vista del voto su una risoluzione (in seguito approvata) sulla Fifa e i Mondiali di calcio in Qatar, con parole di condanna per le condizioni dei lavoratori e il mancato rispetto dei diritti umani. Era il 21 novembre scorso, e quella dell'eurodeputata socialista è stata una voce fuori dal coro. «Oggi i Mondiali in Qatar sono la prova di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un Paese, con riforme che hanno ispirato il mondo arabo. Doha - ha detto Kaili in Aula - è all'avanguardia in materia dei diritti dei lavoratori, avendo abolito la kafala (il sistema che restringe la mobilità dei migranti impiegati nei settori dell'edilizia e del lavoro domestico nei Paesi del Golfo, ndr)».
I qatarioti, secondo la ricostruzione di Kaili, «si sono aperti al mondo, eppure alcuni qui chiedono di discriminarli, li maltrattano e accusano di corruzione chiunque parli o interagisca con loro. Ma poi, allo stesso tempo, prendono comunque il loro gas. E le loro aziende fanno miliardi laggiù. Ho ricevuto lezioni come greca - ha continuato - e ricordo a tutti che abbiamo migliaia di morti a causa del nostro fallimento sul tema delle vie legali per la migrazione in Europa. Possiamo promuovere i nostri valori, ma non abbiamo il diritto morale di impartire lezioni per ottenere a buon mercato l'attenzione dei media». Al potere oggi nello Stato che ospita i Mondiali, ha proseguito Eva Kaili, «c'è una nuova generazione di persone intelligenti e istruite. Ci hanno aiutato a ridurre le tensioni con la Turchia. Ci hanno aiutato con l'Afghanistan a salvare attivisti, bambini e donne. Sono buoni vicini e partner, negoziatori di pace. Hanno già ottenuto l'impossibile e possono aiutarci a colmare le nostre mancanze».
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