Il difensore del Monza Armando Izzo, coinvolto in un caso di calcioscommesse e criminalità organizzata, è stato condannato a cinque anni di reclusione dalla VI sezione penale del Tribunale di Napoli per concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva. Il pm di Napoli Maurizio De Marco, nel corso della sua requisitoria, aveva chiesto per il calciatore napoletano 4 anni e 10 mesi. Condannati anche il cugino di Izzo, Umberto Accurso (capo del clan della Vinella Grassi di Secondigliano), e Salvatore Russo, ritenuto legato allo stesso clan, entrambi a un anno e mezzo. I fatti per i quali il giocatore napoletano è stato condannato risalgono a quando militava nell'Avellino, in serie B, per una gara del campionato 2013-2014.
Izzo, la partita incriminata ai tempi dell'Avellino
La partita al centro della vicenda giudiziaria è Modena-Avellino, disputata il 17 maggio del 2014.
Armando Izzo, infine, avrebbe accettato, a sua volta, la promessa di una somma di denaro, scrive il pm nei capi d'accusa «quale compenso al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione predetta». L'accordo illecito, secondo quanto emerso dalle indagini, venne stipulato il 14 maggio 2014, tre giorni prima dell'incontro Modena-Avellino. Izzo è stato assolto, invece, dall'accusa di avere commesso illeciti dello stesso tenore contestati per la partita di calcio Avellino-Reggina, disputata il 25 maggio 2014 (stesso campionato).