Andreea Rabciuc, accanto allo scheletro una collana e il lembo di uno zaino, ma la mamma la crede ancora viva: «Non può essere lei»

Accanto ai poveri resti, una fibbia di uno zainetto e una collanina d’argento, un filo semplice, senza ciondoli. Andreea ne indossava una. Ma è una flebile, impalpabile pista

Andreea Rabciuc, accanto allo scheletro una collana e il lembo di uno zaino, ma la mamma la crede ancora viva: «Non può essere lei»
di Talita Frezzi
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Mercoledì 5 Luglio 2023, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 09:34

«Quella ragazza non è Andreea». Sono centellinate, scavate in un dolore insopportabile, le parole con cui Georgeta Cruceanu continua a tenere viva la speranza che sua figlia, scomparsa dal 12 marzo 2022, sia ancora viva, da qualche parte. In queste ore difficili, la Pm Irene Bilotta – titolare del fascicolo sulla sparizione della ragazza – ha preso contatti con l’autorità giudiziaria di Roma cui ha richiesto tutti gli accertamenti possibili, tra cui il Dna, sui resti umani rinvenuti sabato al parco del Pigneto, nella capitale, durante dei lavori di scavo in un terreno di proprietà delle Ferrovie dello Stato. 

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I resti ritrovati


Resti umani, in avanzato stato di decomposizione, quasi scheletrizzati, rinvenuti in un canale di scolo semi sepolto dalla fitta vegetazione di una zona spesso ritrovo di senzatetto.

Accanto ai poveri resti, una fibbia di uno zainetto, lembi sbiaditi di quelli che un tempo potevano essere abiti e una collanina d’argento, un filo semplice, senza ciondoli. Andreea ne indossava una. Ma è una flebile, impalpabile pista. Secondo le prime risultanze medico legali, quel cranio sarebbe di una giovane donna di circa 30 anni, morta un anno fa. Due elementi che potrebbero ricondurre ad Andreea Rabciuc, ai suoi 27 anni all’epoca della scomparsa avvenuta 15 mesi fa. Ma sono solo deduzioni. La mamma Georgeta - che anche la settimana scorsa ha partecipato alle ricerche insieme ai carabinieri e il cane molecolare Bayla attorno al casolare sulla Montecarottese, ultimo posto dove è stata vista sua figlia - non regge più a questo dolore immenso, che la travolge a ogni notizia vera, falsa, presunta. Ogni avvistamento (e a Roma ce ne sono stati diversi) riaccendeva nel suo cuore la speranza di riabbracciarla. Ora questa nuova pista. Ma sebbene debbano essere condotti esami approfonditi, anche da parte degli specialisti del Ris dei Carabinieri, lei è certa che quella non sia la sua Andreea. Niente, meglio del cuore di una madre, sa. «Siamo profondamente colpiti e, se fosse davvero lei, il nostro primo sentimento sarebbe solo di dispiacere». 

La difesa


Sono le parole dell’avvocato Emanuele Giuliani, difensore di Simone Gresti, all’epoca fidanzato di Andreea e unico indagato per sequestro di persona e spaccio di stupefacenti. Simone, che ha respinto ogni accusa, ha sempre sostenuto che quella sera maledetta della festa nella roulotte sulla Montecarottese insieme a Francesco e Aurora, dopo aver litigato con Andreea l’ha vista incamminarsi sulla Montecarottese. «Se quei resti appartenessero davvero ad Andreea – continua il difensore – verrebbe confermata la tesi finora sostenuta da Simone dell’allontanamento volontario e la sua posizione si potrebbe alleggerire». «Se fosse davvero lei…che cosa triste» ha detto Simone al suo avvocato lasciando trasparire un certo sconforto. «Qualora l’esame del Dna sui resti dovesse dare esito positivo – conclude Giuliani – ipotizzo che verrebbe disposto un accertamento irripetibile cui dovremmo partecipare con il nostro medico legale, il dottor Cortucci. Poi sarebbe da capire cosa sia successo e come sia finita in quel canale, chi ce l’abbia buttata e quando…ma ora attendiamo la risposta fondamentale: è davvero lei?». 

 

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