Un'app per chiedere aiuto e salvarsi dal caporalato

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Mercoledì 10 Novembre 2021, 05:05
LAVORO
Inclusione digitale. E' questo l'obiettivo dell'applicazione nata per favorire l'inclusione sociale e per informare i lavoratori del comparto agricolo delle possibilità offerte dal progetto Latina: Agricoltura, Buona Occupazione e Rete Agricola Territoriale, Laborat, rivolto ai cittadini stranieri che lavorano sul territorio, in particolari potenziali vittime del caporalato. La app è stata presentata ieri nella sede Fislas, dal presidente dell'ente capofila del progetto, Mauro D'Arcangeli e Stefania Recchia di Mirus Srl, società che ha sviluppato l'applicazione disponibile per i sistemi Ios e Android. «Il percorso è ambizioso ha spiegato D'Arcangeli perché è un progetto piccolo rispetto a molti altri, ma con l'ambizione di centrare il problema e fornire soluzioni. Si parte da un ragionamento diverso: capire quali sono le esigenze del lavoratore e delle imprese e fare inclusione». L'app, disponibile in cinque lingue (italiano, inglese, francese, punjabi e arabo), offre notizie sul progetto e, attraverso un percorso intuitivo, aiuta a prendere contatto con i partner di Laborat. L'applicazione verrà promossa tra i lavoratori e le imprese del settore attraverso una campagna social prevalentemente su zone e target ritenuti di maggiore interesse. «Abbiamo l'ambizione di colmare un gap che c'è nella comunicazione tra azienda e lavoratori - spiega il presidente - avvicinare i due mondi per far sì che il dialogo avvenga nella maniera più proficua possibile». Sono state compilate diverse schede, sia dai lavoratori che dalle imprese, sono già tante le esigenze e le difficoltà riscontrate. E quali sono? «Da una parte i lavoratori chiedono un inquadramento migliore, un salario congruo e garanzie sindacali migliori. Dall'altra parte le imprese vogliono manodopera garantita per tutto l'anno. La carenza è dovuta a due fattori: green pass e reddito di cittadinanza. Molti lavoratori che hanno lavorato per anni nella aziende, pur di non vaccinarsi stanno tornando nei loro paesi, soprattutto rumeni e bulgari. Oppure hanno fatto il vaccino Sputnik che non è riconosciuto in comunità europea». Il problema della mancanza di manodopera sta diventando importante, circa il 30 - 35% in meno. E in questo modo potrebbero riaffacciarsi una serie di soggetti che non hanno le autorizzazioni per fare questo lavoro. Ed è dunque anche qui che si inserisce l'App: «Gli argomenti al suo interno sono organizzati in macrocategorie e le informazioni sono facilmente reperibili spiega Recchia - L'interfaccia è intuitiva. Una sezione a parte viene dedicata poi alle imprese, con le info utili sui punti di accesso riservati per la raccolta di fabbisogni ma anche di idee e suggerimenti».
Francesca Balestrieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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