Appartamenti affittati e subaffittati con decine di persone dentro; carenza di controlli; spaccio di stupefacenti; risse; aggressioni; ritrovamento di escrementi in ascensore; proprietà immobiliari il cui valore precipita a causa della situazione di degrado. Sono solo alcune delle emergenze presentate ieri, alla commissione Servizi sociali, dai residenti di viale Don Morosini e vie limitrofe, in relazione ai palazzi che vi si affacciano. Una seduta convocata dal presidente, Nicola Catani, alla presenza degli assessori al sociale Michele Nasso, e all'Ambiente Franco Addonizio, per affrontare possibili soluzioni al degrado dell'area; i consiglieri avrebbero dovuto svolgere anche un sopralluogo sul sito, ma gli interventi dei residenti sono stati tanti e tali da far prolungare il dibattito in aula fin oltre le 13, e la visita sarà riprogrammata.
PRIMA RICHIESTA, LA SICUREZZA
È la sicurezza, la prima cosa che hanno chiesto i residenti, in particolare per bocca di Giancarlo Caianiello, presidente del comitato cittadino di zona, precisando come tra i problemi maggiori ci siano quelli di «persone che si ubriacano, fanno i bisogni in mezzo alla strada». Secondo Caianiello, «bisogna rendere nuovamente vivibile la zona, con attività sociali e di intrattenimento. Occorrono poi i controlli: la zona dei pub, che è vicina, il fine settimana è presidiata, perché da noi no?». Gli fa eco un esercente di zona: «Abbiamo mille idee, come presentazioni di libri, mercatino dell'artigianato, maschere per i bambini a carnevale: se la facciamo vivere la zona, otteniamo tanti risultati. L'area verde si può anche recintare e chiudere di notte».La voce che segue è poi quella di una residente, che lamenta come «di notte non si può dormire. Corso Matteotti è diventata una piazza di spaccio, le persone non possono rientrare di notte per paura di fare brutti incontri, ci sono persone che dormono sulle scale, persone che affittano o subaffittano a immigrati e non sai chi è il tuo vicino o quante persone vivono in un appartamento, persone che lasciano i bisogni negli ascensori. Chiediamo un'estensione della videosorveglianza, un censimento di chi realmente viva negli appartamenti, molti dei quali sono stati dati alle coop di accoglienza per i migranti».
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