Mobilità, gli infermieri alla Asl: «Tornare è un nostro diritto»

Mobilità, gli infermieri alla Asl: «Tornare è un nostro diritto»
di Andrea Gionti
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Mercoledì 31 Marzo 2021, 05:04 - Ultimo aggiornamento: 12:08

 Oltre trecento infermieri hanno indirizzato una lettera alla Asl di Latina per sollecitare chiarimenti sul perché venga negata la possibilità a molti vincitori di concorso di mobilità di tornare ad esercitare nel territorio di origine. «Se non con un concorso di mobilità - scrivono - come può un infermiere già di ruolo presso un'Asl trasferirsi in un'altra Asl? Molti di questi professionisti, impiegati in varie Asl del nord Italia, partecipando all'avviso di mobilità volontaria per 50 posti da infermiere indetto dall'Asl di Latina, speravano infatti di poter finalmente esercitare la propria professione nella Asl della propria zona di origine. Possibilità che, tra l'altro, mancava da quasi 15 anni e che invece viene negata poiché l'Asl pontina continua a saturare le mancanze di personale infermieristico stabilizzando personale precario ed assumendo infermieri di ruolo dalla graduatoria dell'ospedale romano Sant'Andrea».


LE STABILIZZAZIONI
Gli infermieri che firmano la lettera precisano che dopo aver espletato la selezione e pubblicato la graduatoria di merito, la Asl di Latina ha assunto 70 infermieri anziché 50 (come da bando) e accantonato la restante fetta di graduatoria pubblicando un avviso al personale interno per la stabilizzazione di precari ai sensi della legge Madia e, come se non bastasse, ha proceduto all'assunzione di 50 infermieri a tempo indeterminato mediante l'utilizzo della graduatoria del concorso pubblico del Sant'Andrea di Roma.
Tanti infermieri dell'Asl di Latina - si legge ancora nella lettera - avevano denunciato che, una volta che l'emergenza sarà superata, resteranno senza lavoro. Inoltre il prorogarsi dell'emergenza ha visto l'utilizzo smisurato di figure precarie, con l'Asl di Latina che a più riprese ha chiesto e ottenuto dalla Regione la stabilizzazione dei precari. E' giusto premiare, ma oltre ai precari, che sapevano di avere scadenza massima contrattuale di 35 mesi e 15 giorni così da non far scattare la legge Madia, ci sono anche professionisti già formati, alcuni con anni di esperienza, vincitori di concorso pubblico e che vivono una situazione altrettanto instabile e, nonostante ciò, in trincea contro il Covid e che, in base alla graduatoria di tre anni fa, sono in forza ad altre Asl nelle varie regioni italiane e potrebbero essere richiamati a Latina a costo zero, così da colmare il deficit di personale senza ulteriori spese.
Concludono gli oltre 300 infermieri che chiedono alla Asl di Latina di essere ascoltati e presi in considerazione: In questa graduatoria di mobilità non ci sono nomi e numeri, ma storie di infermieri lontani da anni dalle proprie famiglie e dalla propria terra, ai quali nell'ultimo periodo sono stati chiesti sacrifici enormi e che si vedono non solo chiudere le porte di casa ma addirittura sbeffeggiati da ingiuste stabilizzazioni.
Andrea Gionti
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