Quando si dice, la fama di un poeta. Lo rivela una scoperta inaspettata: i versi di Virgilio incisi sulla base di un'anfora riaffiorata da uno scavo in Andalucia. Un reperto insospettabile e unico. Ma anche misterioso. Era già successo con i versi di Omero incisi su vasi e piatti, come didascalie illustri ad accompagnare scene figurate tratte dai testi epici. Ma per l'autore dell'Eneide è una rarità: per la prima volta si trovano frasi scritte su un vaso tratte da una sua opera. Una di quelle scoperte che avrebbe apprezzato persino Dante Alighieri vista la sua "affezione" al grande poeta latino, amato dallo stesso imperatore Augusto. La scoperta arriva dalla Spagna, dalla regione dell'Andalucia, dal sito di Noguera, a pochi metri dal villaggio di Villalón, nei pressi di Cordova. Durante uno scavo condotto dal team di archeologi delle Università di Barcellona, Montpellier, Siviglia, Cordoba e dell'Istituto Catalano di Archeologia Classica, sono riaffiorati numerosi materiali in frammenti, soprattutto anfore "olearie" (usate per il trasporto commerciale di olio) risalenti a circa 2000 anni fa. Pensare che, storia nella storia, il signore Francisco Adame, un residente del luogo, aveva notato alcune lettere incise su uno dei pezzi antichi ritrovati, segnalandolo ai ricercatori.
Si tratta di cinque righe composte da gruppi di due o tre parole, scritte con uno stilo quando il vaso si stava asciugando capovolto, nella fase iniziale dell'assemblaggio. Il frammento conservato, datato al II secolo d.C. è spesso 1,2 centimetri, lungo 8 e largo 6, e riproduce i primi versi del poema 'Le Georgiche' di Virgilio. La rivelazione è al centro di uno studio pubblicato sul 'Journal of Roman Archaeology' dell'Università di Cambridge.
Una possibile ipotesi potrebbe riportare l'origine dei versi incisi alla presenza di bambini nelle officine di produzione delle anfore. È possibile che sia stato realizzato da un adulto per insegnare a leggere a un bambino piccolo, oppure che sia stato un bambino a imparare i versi a memoria e a inciderli. "La presenza della grafite nella catena di produzione implica una notevole alfabetizzazione dell'ambiente delle officine ceramiche betiche, che contrasta con la visione classica di un mondo rurale isolato", ha evidenziato Iván González Tobar. Ma perché su un'anfora e perché "Le Georgiche" e non "L'Eneide"? Ipotesi su ipotesi. Forse perché il primo libro delle "Georgiche" è dedicato all'agricoltura, e la zona dello scavo a Cordova è un'area eminentemente rurale, il suo uso pedagogico "non è irragionevole, soprattutto se si conferma la notevole presenza di bambini nelle officine ceramiche", ha ipotizzato sempre Tobar.