Ucraina, ecco 5 modi in cui l'Ue potrebbe mettere in difficoltà la Russia: dal gas al commercio

Le possibili strategie che i paesi occidentali potrebbero adottare per frenare l’offensiva di Mosca e mettere sotto pressione il presidente Vladimir Putin

Ucraina, ecco 5 modi in cui l'Ue potrebbe mettere in difficoltà la Russia: dal gas al commercio
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Sabato 24 Febbraio 2024, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 12:29

Potrebbe esserci all’orizzonte un nuovo pacchetto di sanzioni contro alla Russia, varato dall’Unione Europea, ma gli attacchi continuano a non venire sferrati a settori davvero strategici per il Cremlino. Come ha sottolineato la testata “Politico” in un’analisi ci sarebbero cinque strategie che l’Ue potrebbe adottare per frenare l’offensiva di Mosca in Ucraina e mettere sotto pressione il presidente Vladimir Putin.

Prima di tutto potrebbe fissare un tetto massimo del prezzo del petrolio.

Nel dicembre 2022 le nazioni del G7, l’Ue e l’Australia, avevano imposto un tetto massimo di 60 dollari al barile sul petrolio russo, ma Mosca ha trovato il modo di aggirare le regole. Adesso la mancanza di accordo tra gli alleati occidentali, soprattutto per i timori di un aumento dei prezzi dell’energia, sta frenando nuove azioni. Una seconda opzione potrebbe essere quella di colpire il commercio russo dei metalli. Alcune capitali Ue stanno spingendo per vietare le importazioni di alluminio russo. Una mossa che ha il sostegno di Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, ma che la Commissione europea non ha incluso nell’ultima proposta di sanzioni. Come compromesso per mettere d’accordo tutti i Paesi potrebbe venire introdotto un semi-divieto, oppure un divieto graduale, come è successo per i prodotti siderurgici russi semilavorati, che potranno entrare nell’Ue fino al 2028.

L’Ue potrebbe anche decidere di chiudere i rubinetti del gas. Dopo la decisione di Mosca di iniziare a limitare il gasdotto che raggiungeva il continente, per privare gli alleati dell’Ucraina di una fonte energetica chiave, lo scorso anno dalla Russia proveniva ancora circa il 15% delle importazioni di gas dell’Ue. Ora però molti paesi hanno aumentato le importazioni di gas naturale da Stati Uniti, Norvegia, Libia e Algeria. Ma l’Ue sta ancora pagando il Cremlino per comprare gas: negli ultimi due anni ha speso più di 80 miliardi. Eliminare il gas russo, comunque, sarebbe un processo complicato.

Un’ulteriore opzione potrebbe consistere nel combattere il mercato nero, fiorito da quando gli alleati occidentali hanno vietato molte importazioni russe di prodotti occidentali. Tecnicamente, Bruxelles potrebbe sospendere ogni commercio di un prodotto se un paese straniero non ascolta «altre misure individuali e iniziative di sensibilizzazione da parte dell’Ue», e magari commercia lo stesso prodotto con Mosca. Ma per fare questo passo è necessaria l’unanimità di tutti i 27 paesi, molti dei quali traggono beneficio da tali vendite. Altra opzione: opporsi al nucleare russo. Il colosso statale russo dell’energia nucleare, Rosatom, attualmente fornisce carburante e servizi in numerosi paesi dell’Ue. L’ostacolo sembra essere l’Ungheria, visto che Budapest sta espandendo la sua centrale nucleare di Paks con il sostegno di Rosatom, e il primo ministro Viktor Orbán ha promesso di bloccare qualsiasi sanzione sul settore.

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