Andrzej Duda, presidente della Polonia: «Putin capisce la forza, l’Europa alzi le difese a Est»

«Mosca sfrutta le debolezze altrui: servono nuove linee di produzione di armi. Anche Kiev nella Nato»

Andrzej Duda, presidente della Polonia: «Putin capisce la forza, l’Europa alzi le difese a Est»
di Gianluca Perino
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Venerdì 23 Febbraio 2024, 23:54 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 11:07

Il presidente della Polonia, Andrzej Duda, chiede agli alleati della Nato un impegno maggiore sulle spese per la difesa comune; invita l’Europa a creare nuove linee di produzione delle armi e a rafforzare sempre di più il “fronte” ad Est per aumentare il potenziale di deterrenza. E avverte: «Putin è pronto a sfruttare ogni nostra debolezza».

Due anni di guerra in Ucraina fra incognite e speranze


Presidente Duda, cosa ha imparato l’Europa in questi due anni di guerra?
«L’Europa ha dovuto cambiare rapidamente il modo di pensare alla propria sicurezza.

I paesi occidentali hanno finalmente capito che la Russia è uno stato aggressore che persegue una politica brutale e neo-imperiale, a seguito della quale vengono bombardate città e vengono uccise persone innocenti. Hanno anche capito che la Polonia aveva ragione quando per anni metteva in guardia contro i piani imperialisti di Mosca. Conosciamo bene questo volto della Russia. In questo contesto, ricordo spesso le parole del defunto Presidente della Repubblica di Polonia Lech Kaczyński che a Tbilisi, nel 2008, disse “oggi la Georgia, domani l’Ucraina, dopodomani i Paesi Baltici, e poi forse sarà la volta (...) della Polonia”. Purtroppo, questa lezione viene appresa dagli errori commessi dall’Europa in passato. È l’Ucraina a pagarne il prezzo più alto, versando il sangue dei suoi cittadini. Le ricadute di questa guerra per l’Europa sono, tra l’altro, i problemi economici con conseguenti disordini sociali. E anche la crescente paura dello scoppio di una grande guerra. È quindi importante che dopo questi due anni l’Europa, o più in generale la comunità transatlantica, stia parlando con una sola voce, sostenendo l’Ucraina e rafforzando il proprio potenziale di deterrenza e di difesa».


Pensa che la pace sia ancora possibile o dobbiamo prepararci per un conflitto lungo?
«È l’Ucraina che deve decidere sulla pace, perché è lei a essere stata attaccata senza alcuna provocazione. Tuttavia, come ho ripetuto più volte, la pace in Ucraina è possibile solo attraverso il rispetto del diritto internazionale, e ciò significa ripristinare la sovranità territoriale dell’Ucraina. Un ritorno ai suoi confini internazionalmente riconosciuti sarà la prova che è il diritto internazionale ad aver vinto, e non la forza. Dobbiamo anche ricordare che la sua indipendenza e la sua integrità territoriale sono cruciali per la sicurezza e la pace in tutta Europa. Per questo la Russia deve essere fermata nella sua marcia imperiale».


Che cosa devono fare le democrazie per fermare Putin?
«In quanto paesi democratici occidentali dobbiamo sostenere l’Ucraina in maniera solidale: militarmente, finanziariamente e umanitariamente, su scala ancora più ampia di prima. Sono necessarie ulteriori sanzioni economiche nei confronti della Russia. È importante rispettare in modo solidale la loro attuazione. La Polonia sostiene l’Ucraina fin dall’inizio del conflitto, tra l’altro con forniture di armi e attrezzature militari. Forniamo anche aiuti umanitari. Molti leader mondiali più volte mi hanno chiesto come mai nel nostro Paese non esiste un solo campo per rifugiati ucraini, nonostante solo nelle prime settimane oltre un milione di vicini siano arrivati da noi cercando rifugio. Non ci sono campi, perché i polacchi hanno un cuore grande. Hanno aperto le loro case a milioni di persone in fuga dalla guerra. Continuiamo inoltre a lottare per l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e alla Nato. La sua presenza permanente in queste strutture sarà una garanzia di pace in Europa nel futuro».


Che cosa rischia l’Europa se la difesa militare ad Est non verrà rafforzata?
«Putin capisce il linguaggio della forza. Ed è pronto a sfruttare ogni debolezza. Ricordo esattamente che prima dell’invasione dell’Ucraina, nel dicembre 2021, il presidente russo aveva proposto all’Occidente di adottare un nuovo accordo in base al quale, ad esempio, la Nato avrebbe dovuto ritirare tutte le sue forze dal territorio dei nuovi membri. Quindi anche dal mio paese. Dovevamo diventare di nuovo una zona grigia, senza reali garanzie di sicurezza, quindi di fatto saremmo stati inclusi nuovamente nella sfera d’influenza russa. Per ovvi motivi nessuno accettò. Ecco perché è così importante rafforzare la deterrenza e il potenziale di difesa degli alleati sul fianco orientale della Nato. Una Polonia forte rafforza la sicurezza di tutta l’Europa. Un esempio sono gli attacchi ibridi degli ultimi anni al confine polacco-bielorusso. La Polonia l’ha difeso con successo dalle azioni dei servizi russi e bielorussi che per questo utilizzano i migranti illegali. Ricordiamoci che il confine orientale della Polonia è anche il confine dell’intera Unione Europea».


La Polonia è più in pericolo di altri Paesi? Pensa che la Russia potrebbe davvero invadere il suo Paese?
«Sappiamo perfettamente dalla nostra storia che cosa significa l’aggressione russa, l’imperialismo russo, l’occupazione russa. Ecco perché investiamo nella nostra sicurezza. Negli ultimi due anni la Polonia ha accelerato in maniera significativa la modernizzazione delle proprie forze armate. Vogliamo che il nostro esercito sia forte e moderno. Tuttavia, per una deterrenza efficace, affinché ogni potenziale aggressore sappia in anticipo che nello scontro con i paesi della Nato si trova in una posizione perdente, è necessario, tra l’altro, aumentare le spese per la difesa. Non tutti gli stati membri soddisfano il requisito del 2% del PIL. Intanto nel 2024 la Polonia spenderà per la difesa il 4,2% del PIL, la percentuale più alta nell’intera Alleanza. Se in futuro l’Occidente vuole avere la pace in Europa, dovrebbe seguire l’esempio della Polonia».


La Nato è abbastanza forte per affrontare i nuovi pericoli?
«L’Alleanza atlantica reagisce di continuo alle minacce e alle circostanze che cambiano. I risultati degli ultimi vertici della Nato mostrano come insieme stiamo rafforzando la nostra politica di deterrenza e di difesa. Sono consapevole che abbiamo ancora molte sfide davanti. È necessario un continuo rafforzamento delle forze stanziate sul fianco orientale. Spero che il vertice che si terrà a Washington in occasione dell’anniversario della Nato porti a ulteriori decisioni in materia. Sono necessarie anche decisioni politiche coraggiose, ad esempio relative all’avvio di nuove linee di produzione di armi sul territorio europeo. La Nato rimane l’alleanza militare più forte ed è ancora più forte che prima dell’aggressione russa. La Finlandia ha aderito al Patto Nord Atlantico, estendendo così il confine della Nato con la Russia di 1.300 km. La Svezia è in attesa di adesione. La Polonia sostiene costantemente la politica delle “porte aperte” dell’Alleanza. E credo che un giorno anche l’Ucraina diventerà membro della Nato».

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