Kim Jong-un incontra Putin, cosa si sono detti? Munizioni in campio di aiuti alimentari e tecnologia. La nuova "alleanza" tra i dittatori

Il faccia a faccia dei due leader nel cosmodromo di Vostochny, in Siberia, è durato due ore: «Pieno sostegno alla sacra lotta russa». E lo Zar promette «tecnologia spaziale»

Kim Jong-un incontra Putin, la nuova alleanza tra i due dittatori cambia gli equilibri e le sorti della guerra
di Silvia Sfregola
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Mercoledì 13 Settembre 2023, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 17:51

Da un lato il disperato bisogno di armi, dall'altro il disperato bisogno di cibo e denaro, in mezzo il baratto tra tecnologia russa e munizioni nordcoreane. È durato due ore il faccia a faccia tra il presidente Vladimir Putin e il leader Kim Jong-un, proprio mentre Pyongyang sganciava due missili balistici verso il mar del Giappone dopo l'attacco notturno dell'Ucraina contro la città di Sebastopoli, in Crimea. Alla fine del vertice Kim ha parlato di «relazioni su un nuovo livello», lo Zar ha brindato alla cooperazione: «Lavoriamo per il benessere e la pace, per noi un vecchio amico è meglio di uno nuovo» ha detto poco prima della cena ufficiale. L'incontro è stato la prima visita del leader nordcoreano in Russia in quattro anni e, oltre alle questioni relative alla tecnologia missilistica, all'ordine del giorno c'erano anche le consegne di armi e munizioni dalla Corea del Nord alla Russia. Un piano ormai evidente prima ancora della sua ufficialità, che aveva già suscitato preoccupazione tra gli Stati Uniti e i suoi alleati. «La Russia si è sollevata per proteggere la propria sovranità e sicurezza», ha detto Kim. «Abbiamo sempre sostenuto e continueremo a sostenere tutte le decisioni di Putin e quelle del governo russo. Spero che saremo sempre insieme nella lotta contro l'imperialismo e nella costruzione di uno Stato sovrano». 

Quanto è preoccupante l’alleanza Russia-Kim Jong Un?

Degli accordi che Zar e leader nordcoreano avrebbero potuto sottoscrivere nel loro incontro nell'estremo oriente russo si era discusso molto prima che il vertice avesse luogo. Gli Usa temono infatti che Pyongyang fornisca munizioni a Mosca per rimpolpare i suoi arsenali nel conflitto in Ucraina. Il quotidiano indipendente russo Nezavisimaia Gazeta era entrato nei dettagli citando una sua fonte secondo la quale la Corea del Nord avrebbe messo a disposizione di Mosca proiettili di calibro sovietico - 122 mm e 152 mm - compatibili con i pezzi d'artiglieria russi.

In discussione anche la fornitura di obici leggeri D-30, ma non di missili. Un quesito che, naturalmente, ha inquietato i governi e gli analisti occidentali è cosa invece riceverà in cambio Pyongyang. Nei giorni scorsi il New York Times aveva ipotizzato la fornitura da parte di Mosca non solo di aiuti finanziari e alimentari ma anche di tecnologia che servirebbe al regime nordcoreano per sviluppare il suo programma per la messa in orbita di satelliti e per la costruzione di sommergibili a propulsione nucleare. La Corea del Nord, insomma, punterebbe a svilupparsi come potenza militare in grado di influenzare gli equilibri dell'Asia-Pacifico. Ambizioni che emergerebbero anche dall'alto profilo militare-industriale della delegazione al seguito di Kim. 

Kim promette aiuto a Putin

«In apparenza, un accordo sulle armi tra Corea del Nord e Russia ha perfettamente senso a livello transazionale» evidenzia “Bbc News”, uno dei più autorevoli siti di informazione. Mosca ha un disperato bisogno di armi, in particolare munizioni e proiettili di artiglieria, per la guerra in Ucraina, e Pyongyang ne ha in abbondanza. «D’altro canto, la Corea del Nord, affamata di sanzioni, ha un disperato bisogno di denaro e cibo - si legge nell'articolo del sito inglese - Oltre tre anni di chiusura delle frontiere, per non parlare dell’interruzione dei colloqui con gli Stati Uniti nel 2019, hanno lasciato il Paese più isolato che mai». E con la Russia in una situazione disperata, Kim sarà in grado di ottenere un prezzo elevato. «Ma la richiesta di gran lunga più preoccupante che Kim potrebbe fare - scrive la Bbc - è che Putin gli fornisca tecnologie o conoscenze avanzate sulle armi, per aiutarlo a fare passi avanti con il suo programma di armi nucleari. Sta ancora lottando per padroneggiare le armi strategiche chiave, principalmente un satellite spia e un sottomarino dotato di armi nucleari».

Secondo Yang Uk, ricercatore presso l’Asian Institute for Policy Studies citato dalla Bbc ed esperto di strategia militare e sistemi d'arma, anche se la Russia non vendesse in cambio armi alla Corea del Nord, potrebbe comunque finanziare il suo programma nucleare. «Se la Russia pagasse in petrolio e cibo, potrebbe rilanciare l'economia della Corea del Nord, che a sua volta potrebbe anche rafforzare il sistema d'arma della Corea del Nord. Per loro è una fonte di reddito extra che non avevano». «Per 15 anni - ha spiegato Yang - abbiamo costruito una rete di sanzioni contro la Corea del Nord, per impedirle di sviluppare e commercializzare armi di distruzione di massa. Ora la Russia, membro permanente della il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, potrebbe far collassare l’intero sistema».

Il punto è che con l’inasprimento delle sanzioni, la Corea del Nord è diventata sempre più dipendente dalla Cina e, nell’ultimo anno, Pechino si è rifiutata di punire Seul per i suoi test sulle armi consentendole così di sviluppare il suo arsenale nucleare senza gravi conseguenze. «La Corea del Nord si è trasformata per Pechino in un’utile zona cuscinetto tra sé e le forze statunitensi in Corea del Sud». Ma Pyongyang nuon vuole dipendere solo dalla Cina e la Russia, ora, è a caccia di alleati dando a Kim la possibilità di diversificare così la sua rete di sostegno. «E con la Russia così disperata - evidenzia la Bbc - il leader nordcoreano potrebbe pensare di poter ottenere concessioni ancora maggiori da Mosca rispetto a quelle che potrebbe ottenere da Pechino».

Il vertice tra Putin e Kim nel centro spaziale 

L'incontro fra Russia e Corea del Nord al cosmodromo di Vostochny, centro spaziale nell'estremo oriente russo, è durato due ore. Dopo una lunghissima stretta di mano Putin ha subito accompagnato Kim in una visita della base che dal 2016 è stata riconvertita in centro di lanci spaziali a scopo commerciale. I tecnici nordcoreani quest’anno hanno fallito per due volte il lancio del loro primo “satellite da osservazione” e quindi l’aiuto dei rinnovati alleati russi sarebbe molto importante. Non a caso sul tavolo del bilaterale c'era proprio la cessione di tecnologia russa in cambio di munizioni nordcoreane da utilizzare nella guerra contro l'Ucraina. Lo Zar lo ha dichiarato chiaramente quando, alla domanda di un cronista russo sull’ipotesi che si instauri una collaborazione tecnico-militare, poco prima del faccia a faccia, ha risposto: «Parleremo di ogni argomento, anche di quelli più sensibili». Dal canto suo il leader nordcoreano, dopo il colloquio durante la cena, ha brindato alle «nuove vittorie per la Russia e all'amicizia tra Mosca e Pyongyang», mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, al termine del primo incontro aperto alle delegazioni, ha ribadito ufficialmente: «Collaboriamo in ambito militare, nessuno deve infastidirsi». «Tutte le questioni riguardano solo i nostri due Paesi sovrani» ha aggiunto Peskov. «E non dovrebbero essere motivo di preoccupazione per alcun Paese terzo. La nostra cooperazione è portata avanti a beneficio dei popoli dei nostri due Paesi, ma non contro nessuno». Insomma, americani e alleati avvisati.

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