Fake news russe, cresce il fronte dei Paesi uniti per la lotta alla disinformazione. La Francia: «Condanniamo le azioni di Mosca»

Le autorità francesi: «Esiste una campagna di manipolazione di informazioni digitali contro la Francia che coinvolge attori russi»

Fake news russe, cresce il fronte dei Paesi uniti per la lotta alla disinformazione. La Francia: «Condanniamo le azioni Iindegne di Mosca»
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 15:47 - Ultimo aggiornamento: 15:49

Cresce il fronte dei Paesi schierati contro le fake-news di matrice russa - in favore del Cremlino e di Vladimir Putin. Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Italia e soprattutto Francia stanno cooperando per limitare i danni provocati da alcune bufale russe e divulgate dalla stampa russa.

L'incontro alla Farnesina

Un gruppo di diplomatici polacchi, lituani, lettoni, estoni e italiani si sono incontrati ieri alla Farnesina per discutere di lotta alla disinformazione e comunicazione strategica. L'iniziativa rientra nel quadro della collaborazione tra Polonia, Baltici e Italia per l'implementazione degli strumenti di lotta alle minacce ibride impiegate dalla Russia e dai regimi autoritari. In un messaggio pubblicato sul suo account Twitter, Dante Brandi, direttore del Dipartimento Stampa e Comunicazione del ministero degli Esteri, ha espresso l'auspicio che la collaborazione nel settore possa continuare in molteplici formati. 

L'allarme francese

Le autorità francesi «hanno evidenziato l'esistenza di una campagna di manipolazione di informazioni digitali contro la Francia che coinvolge attori russi e alla quale hanno partecipato entità statali o affiliate allo Stato russo, amplificando false informazioni». Lo scrive il ministero degli Esteri francese in una nota, denunciando «un atto indegno di un membro permanente del Consiglio di sicurezza» dell'Onu. Parigi «è stata in grado di rilevare questa campagna a monte, che ha consentito alle autorità francesi competenti di adottare misure protettive e preventive.

Gli altri passaggi tecnici rilevanti sono in corso. Il ministero per l'Europa e gli Affari Esteri ha in particolare sventato un tentativo di furto di identità sul suo sito web», scrive il Quay d'Orsay.

Le indagini condotte «hanno portato alla luce numerosi elementi che rivelano il coinvolgimento di individui russi o di lingua russa e diverse società russe nella creazione e conduzione della campagna». Secondo le autorità «diverse entità statali o affiliate allo stato russo hanno partecipato alla distribuzione di determinati contenuti prodotti nell'ambito della campagna».

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«Il coinvolgimento delle ambasciate e dei centri culturali russi che hanno partecipato attivamente all'amplificazione di questa campagna, anche attraverso i loro account istituzionali sui social network, è un'ulteriore illustrazione della strategia ibrida che la Russia sta attuando per minare le condizioni per un dibattito democratico pacifico e quindi minare nostre istituzioni democratiche. La Francia condanna queste azioni indegne (di Mosca, ndr.) di un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nessun tentativo di manipolazione impedirà alla Francia di sostenere l'Ucraina di fronte alla guerra di aggressione russa. Le autorità francesi stanno lavorando a stretto contatto con i loro partner per sconfiggere la guerra ibrida guidata dalla Russia», conclude la nota.

I numeri

Il 56% degli utenti afferma di essere preoccupato perchè non riesce a distinguere la differenza tra notizie reali e false su Internet. E c'è scetticismo sull'uso degli algoritmi per la selezione delle news attraverso i motori di ricerca, i social media e altre piattaforme online. Sono alcuni dati contenuti nel Digital News Report 2023 dell'Istituto Reuters, alla sua dodicesima edizione. Secondo l'analisi condotta in 46 Paesi, chi dice di utilizzare principalmente i social media come fonte di notizie è molto più preoccupato dalla disinformazione (64%) di chi non li usa affatto (50%). Tra gli utenti, inoltre, aumenta lo scetticismo sull'uso degli algoritmi per selezionare le notizie. Meno di un terzo, il 30%, sostiene sia un buon metodo, percentuale che però è calata di 6 punti rispetto al 2016. In media, però, gli utenti preferiscono ancora le notizie selezionate così rispetto a quelle scelte dai giornalisti (27%) suggerendo come «le preoccupazioni per gli algoritmi facciano parte di una preoccupazione più ampia per le notizie e per come vengono selezionate».

 

Il rapporto riscontra anche una scarsa partecipazione e commento alle notizie online: lo fa il 22% degli utenti, in diminuzione del 10% rispetto al 2016, sono prevalentemente uomini e istruiti. Circa la metà (47%) degli intervistati non partecipa affatto alle notizie online. Nel Regno Unito, in Spagna e negli Stati Uniti, la percentuale di partecipanti attivi è diminuita di oltre 10 punti dal 2016. Infine, i podcast continuano a riscuotere successo verso un pubblico istruito e più giovane, ma nel complesso rimangono un'attività minoritaria, osserva il rapporto. Circa un terzo delle persone (il 34%) accede ad un podcast mensilmente (dato basato su un gruppo di 20 Paesi) ma solo il 12% accede a un programma di notizie e attualità.

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