La guerra mediorientale si allarga alla Siria, dove da più di 12 anni si combattono numerosi altri conflitti armati, e i cui territori appaiono ora trasformati in un'arena dove si concentrano le tensioni provenienti da altri teatri lontani come lo Yemen. L'inasprimento di attacchi da parte delle milizie filo-iraniane contro basi militari Usa in Siria e Iraq è stato accompagnato dall'acuirsi di raid aerei israeliani contro obiettivi filo-iraniani in altri territori siriani. Sia gli Stati Uniti che Israele hanno affermato di aver colpito forze iraniane in Siria come rappresaglia per gli attacchi compiuti da combattenti filo-Teheran basati in Yemen. Dopo aver preso di mira gli aeroporti di Aleppo e Damasco, quest'ultimo chiuso ormai da circa un mese, Israele ha compiuto un attacco nella zona centrale di Homs contro depositi di armi di Hezbollah.
La Siria e la minaccia Yemen
L'esercito, che prima del 7 ottobre rivendicava raramente le sue attività in Siria, ha esplicitamente legato questo attacco alle minacce provenienti dal lontano Yemen: «Il regime siriano è completamente responsabile di tutte le attività terroristiche che hanno luogo sul suo territorio», si leggeva in un comunicato dell'Idf.
Siria, aumentano i raid
Secondo il conteggio fornito dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, che sul terreno si avvale da 15 anni di una fitta rete di fonti locali, dal 7 ottobre si sono registrati in Siria più di un centinaio di bombardamenti aerei e di artiglieria da parte delle forze filo-iraniane, di Israele, degli Stati Uniti, della Russia e della Turchia. La Russia, presente da otto anni in Siria, continua a sostenere le forze governative contro le milizie cooptate da Ankara nel nord-ovest del Paese. Le stesse forze turche colpiscono regolarmente le postazioni curdo-siriane, alleate degli Stati Uniti nelle zone orientali, ricche di petrolio e gas naturale. A est del fiume Eufrate si concentrano le basi militari Usa colpite ripetutamente, come quelle in Iraq, dalle milizie filo-iraniane attestate al confine tra i due Paesi. Secondo Washington, si sono registrati una cinquantina di attacchi contro le proprie basi in Siria e Iraq dal 17 ottobre scorso, e più di 50 tra militari e contractor sono rimasti feriti. Dal canto loro gli Usa hanno risposto colpendo più volte postazioni filo-iraniane e uccidendo almeno 9 miliziani.