Attacco Iran, l’ex diplomatico Usa: «Teheran ha i sunniti contro perché ha esagerato»

Aaron David Miller: «L’errore è stato quello di reagire in modo sproporzionato»

L’Ayatollah Ali Khamenei
di Anna Guaita
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Lunedì 15 Aprile 2024, 01:20

«L’Iran ha fatto l’errore di reagire in modo sproporzionato. E così si è trovato contro anche una parte del mondo arabo». Aaron David Miller, un ex diplomatico del Dipartimento di Stato, consulente sul Medio Oriente per presidenti repubblicani e democratici vede una nuova divisione nel quadrante mediorientale.

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In che senso?
«Nel confronto ultradecennale tra Israele e Iran c’è una specie di protocollo rispettato da tutti, per cui a ogni attacco corrisponde una rispsota proporzionata. Stavolta Teheran ha esagerato. E per questa azione eccessiva Tel Aviv ottiene l’appoggio degli stati sunniti, che fino a oggi non si sono mai schierati apertamente in questa lunga contesa».
Lei dice che Israele dovrebbe “retaliate not escalate”. Cosa intende?
«Vuol dire che Israele si sentirà obbligato a reagire. La speranza è che scelga una risposta contenuta. Ma se la forza della sua reazione sarà eccessiva, potrebbe generare una risposta ancora più forte di Teheran, magari la mobilitazione dei militanti di Hezbollah, con l’escalation ».
Siamo sicuri che reagirà?
«Netanyahu potrebbe ascoltare il consiglio che gli ha dato il presidente Biden nella telefonata di sabato sera: incassa la vittoria, e tesaurizza il ritorno di simpatia al livello internazionale, e non intensificare lo scontro».

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Quale sarebbe la vittoria di Israele?
«Il semplice fatto che in sua difesa non sono accorsi solo gli americani, ma anche i paesi arabi sunniti, la Gran Bretagna, perfino la Francia. Israele è uscito dall’isolamento in cui era caduto per la guerra di Gaza, perché il lancio di 300 droni e missili da parte iraniana è stato eccessivo come rappresaglia per l’attacco israeliano contro gli ufficiali della guardia rivoluzionaria che si trovavano nell’edificio annesso all'ambasciata iraniana in Siria. Ma se a sua volta Israele risponde con un attacco eccessivo, quella simpatia può dissolversi. D’altronde è difficile che Netanyahu possa non reagire dopo un attacco che crea un precedente, e cioè che se Israele sopprime qualche esponente iraniano in odore di terrorismo, l’Iran si sente in diritto di attaccare con tale forza».

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Nel frattempo cosa succederà della guerra a Gaza e dei palestinesi?
«La Guerra di Gaza è in fase di stallo. E i palestinesi sono ancora una volta i grandi sconfitti. È improbabile ora che gli aiuti umanitari trovino strade più aperte, e nel frattempo non c’è nessuno che abbia il potere di portare avanti negoziati concreti. Hamas è stato sconfitto come esercito, ma non come movimento, e continuerà a esistere. L’Autorità Palestinese non ha nessuna reale autorità. E Israele si sentirà in diritto di entrare e uscire da Gaza ogni volta che ne avvertirà il bisogno».

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