Il classico è senza troppi eccessi e si bilancia fra completi in tinta unita e in gessati tono su tono, tutti giocati sulle gamme dei blu, concedendosi come unica stravaganza la chiusura della giacca con un alamaro o la canottiera sopra la camicia al posto del panciotto (tanto ben costruita da ingannare l’occhio ad una prima occhiata).
È nel casual che Dior si concede uno slancio e riporta l’uomo all’infanzia, orientandosi su tre elementi principali: motivi stampati e ricamati ad aeree scritte in corsivo, pennellate di colore, anche queste stampate o ricamate, date come per sbaglio sul tessuto e molti rigati.
Tanti i jeans, tutti in tela chiara, sopra cui Simons ha montato giacche da completo e altre più corte con tasche e cerniere; accorciati poco sotto l’ombelico i golf, portati sopra alle camicie sia che questi abbiano le maniche lunghe o a tre quarti; accorciate le maniche stesse della camicie ed esagerate nelle dimensioni, tanto da sembrare sempre oversize sul braccio.
Anche per la maison francese le calzature sono contaminate dallo street style e non sono mancate le sneakers con chiusura a strappo. Fra gli accessori, l’uomo Dior non rinuncia alla maxi borsa, sia da città che da viaggio.
Un ragazzino che ha rubato qualche pezzo dal guardaroba del padre o, viceversa, un genitore che prende a prestito gli abiti del figlio. Simons evolve così in chiave giocosa la sua passione per il minimal.
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