Un anno fa gli espositori furono 1047, con le presenze straniere ferme a quota 307. Segno tangibile che, a dispetto della crisi economica, l’industria italiana del settore conserva la leadership mondiale. Tuttavia le esportazioni, da sempre motore trainante della conceria made in Italy, nel 2012 sono calate dello 0,5%. Ma quel che più preoccupa gli operatori è la battuta d’arresto proveniente dalla Cina, dove l’export è diminuito dell’8%. Ma Pechino e dintorni restano una meta privilegiata dei prodotti italiani in pelle, tanto che il 20% del totale sono stati venduti nella Repubblica Popolare. I big del settore attribuiscono la causa del calo del business alle politiche protezionistiche di alcune nazioni come Cina, India e Argentina, storici fornitori di una parte significativa della materia prima, con conseguente aumento dei prezzi anche per i semilavorati. Tale analisi dimostra che anche nell’industria conciaria la concorrenza da parte degli emergenti tende a sottrarre significative quote di mercato alle nostre aziende. Nel 2012 il fatturato complessivo si è ridotto dell’1,4%, mentre la produzione, appesantita della crisi europea, si è abbassata del 5,8%.
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