Norvegia, nel Paese più paritario del mondo crescono movimenti machisti e misogini

Norvegia, nel Paese più paritario del mondo crescono movimenti machisti e misogini
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 19 Giugno 2019, 09:33

Persino in Norvegia – il paese più paritario del mondo - c'è ancora parecchia strada da fare nella lotta per i diritti delle donne. Poi però basta fare un raffronto con l'Italia per capire che il nostro Paese resta sempre un fanalino di coda europeo in tema di gender gap, e la Norvegia avanti anni luce. Basta qualche numero: le donne in Parlamento in Norvegia sono il 41%, il 36% in Italia; le donne in posizioni dirigenziali in Norvegia il 41% e in Italia solo il 36%, Il divario occupazionale in Norvegia il 4% e in Italia il 19,8%.

Il raffronto viene fatto da Marta Breen, scrittrice e icona scandinava nella battaglia per l'uguaglianza tra i sessi, sull'ultimo numero di The Passenger, pubblicato da Iperborea, una casa editrice milanese specializzata nel fare conoscere in Italia la cultura e l'anima letteraria del Nord, fondata da Emilia Lodigiani negli anni Ottanta, tra le pochissime donne italiane ad aver ricevuto sia dalla Svezia che dalla Norvegia le massime onorificenze previste.

Marta Breen spiega che in Norvegia il movimento #metoo ha avuto un successo enorme, le organizzazioni femminili riferiscono di un aumento delle adesioni ed è addirittura saltato fuori un partito femminista. L'attività sui social, inoltre, è particolarmente intensa. «Se vent'anni fa il politico di turno si fosse lasciato andare a qualche sparata sessista durante un talk show, probabilmente sarebbe stato criticato su qualche quotidiano un paio di giorni più tardi. Oggi, invece, otterrebbe una reazione istantanea da molte persone attraverso i social. In altre parole questo attivismo popolare sui social funge da moderatore, come una sorta di sentinella».

Breen spiega che mentre di pari passo aumenta la consapevolezza della parità, in Norvegia si possono già trovare on line dei forum o dei movimenti maschilisti che nascono per effetto opposto, «giovani maschi incattiviti che vivono una condizione di celibato involontario. Hanno la convinzione, non priva di una sfumatura di eroismo, che l'uomo bianco sia in pericolo e che sia stato privato dei privilegi cui ritengono abbia diritto. Alcuni affermano che la donna sia diventata il boss del mercato del esso, dal momento che può controllare l'accesso al sesso dell'uomo».

Insomma, l'avanzata di un movimento misogino che «tende a sminuire le opinioni femminili, che ha radici culturali antiche – di tipo filosofico, politico o religioso - oltre ad essere la ragione per la quale ogni singolo giorno milioni di donne sono vittime di violenza, stupri, molestie, matrimoni obbligati o femminicidio per mano dei partner».







 

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