Il J'accuse della top model: «per i bianchi i volti delle donne nere sono tutti uguali»

Il J'accuse della top model: «per i bianchi i volti delle donne nere sono tutti uguali»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 28 Agosto 2019, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 11:32

La disastrosa gaffe di un noto giornale di moda australiano ha scatenato un inferno di critiche e un dibattito diventato globale sulla discriminazione e sul razzismo strisciante che colpiscono le donne di colore. Akech, 19 anni, una delle più note mannequin di origini sudanesi, fotografatissima nelle ultime sfilate di Chanel e Valentino per il corpo statuario e gli occhi  magnetici, ha affidato a Instagram una riflessione amara sul fatto che per i bianchi i volti dei neri sembrano tutti uguali. Uno vale l'altro.

La tempesta si è scatenata dopo che Akech Bior, in arte Adut Akech, ha rilasciato una lunga intervista sui diritti umani a Who Magazine, raccontando la vita nei campi sudanesi e l'insicurezza di intere comunità. Peccato che il colloquio sia stato pubblicato con la fotografia sbagliata, al posto di Akech c'era il volto di un'altra ragazza nera. «Una cosa del genere ad una modella bianca non sarebbe mai accaduto». E non si è trattato di una svista da poco, visto che la top model è molto conosciuta in Australia anche per il suo impegno a favore dei profughi.

«Sono rimasta sconvolta quando ho visto questa svista. Mi ha fatto arrabbiare perchè è inaccettabile e poco giustificabile viste le circostanze. Non solo sono stata insultata personalmente, ma ha fatto sentire l'intera comunità di colore non rispettata. Ripeto, al centro di tutto c'erano gli argomenti trattati nell'intervista che sono stati di colpo annullati dimostrando che ci sono persone ignoranti e con una mentalità piuttosto ristretta che pensano che ogni ragazza nera o africana sia intercambiabile, tutte con lo stesso aspetto. Io penso che una roba del genere non sarebbe mai potuta accadere a una modella bianca».

La mannequin ha aggiunto di avere postato la riflessione e averla resa pubblica solo per aiutare a capire meglio il divario e l'ingiustizia in sottofondo.  Un razzismo strisciante verso le donne di colore. Naturalmente il giornale australiano si è scusato, ma le scuse non sono state sufficienti per fermare l'ira di Akech. 

 

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