Fano, stop a Stamina, l'ira di mamma Tiziana
«Paradossale, faremo istanza di dissequestro»

mamma Tiziana con il piccolo Federico
di Elisabetta Rossi
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Martedì 26 Agosto 2014, 10:27 - Ultimo aggiornamento: 17:55
FANO (Pesaro e Urbino) - pronta ad andare fino a Torino dal pm Raffaele Guariniello e dal gip che ha appena dato l’ok al sequestro di tutte le cellule staminali custodite agli Spedali di Brescia. Tiziana Massaro non si arrende di certo al nuovo stop al metodo Stamina.





L’ennesimo stop che anche questa volta farà saltare l’infusione a suo figlio Federico, affetto dal morbo di Krabbe , e a tutti gli altri piccoli pazienti che fino ad ora hanno affrontato la propria malattia con la cura a base di cellule staminali del dottor Davide Vannoni. «Sono riusciti anche questa volta a trovare un modo per fermare Stamina – commenta Tiziana – ma soprattutto per condannare una volta di più a morte i nostri figli. Per il pm e il gip di Torino quelle cellule sono corpo di reato. Peccato che nel frattempo sempre più giudici civili stiano dando l’ok alla prosecuzione delle infusioni. In pratica con questo sequestro è come se Guariniello e il gip di Torino avessero detto che tutti quei giudici civili hanno commesso un reato. È pazzesco». E ora? «Ora faremo istanza di dissequestro o richiesta di riesame per avere indietro le nostre cellule – continua – Cellule che ci hanno sottratto in un modo tale che in un’altra situazione si sarebbe potuto definire un “furto con destrezza”. Ma non solo. Vogliamo essere ascoltati dal pm e dal gip visto che ci hanno inserito nel procedimento come parti offese. Però non ci hanno mai chiamati per sentire le nostre ragioni. La prima cosa che dico e che direi anche a loro è: ma 400 infusioni andate a buon fine non vogliono dire nulla? Purtroppo si vede di no oppure fa comodo non considerare questo dato».

«Tutto parte – riprende Tiziana – da quando Stamina ha chiesto agli Spedali di poter fare una valutazione clinica sulla piccola Noemi Sciarretta, affetta da Sma, prima e dopo l’infusione così da mostrare alla comunità scientifica se e come funziona il metodo di Vannoni. Ed ecco che ci si mette di nuovo di mezzo l’Aifa che diffida gli Spedali dall’effettuare questa valutazione con la motivazione che in questo modo si passerebbe da cura compassionevole a sperimentazione. Ma come! Volevano le prove? Mi viene da chiedermi, ma di cosa ha paura l’Aifa?». Nell’attesa che anche questa battaglia giudiziaria venga combattuta, Tiziana prosegue la sua lotta quotidiana contro la malattia di Federico: «Avrebbe dovuto fare la nuova infusione a settembre. Ora vedremo quando sarà possibile. So solo che non posso accettare di rivedere mio figlio con spasmi muscolari, di pulirgli il muco dalla gola di notte per farlo respirare o di vedere quelle piccole braccia di nuovo senza forza che non mi permettono nemmeno di infilargli una camicia. Basta».
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