Macerata, morte alla partita di rugby, la mamma: «Elia era meraviglioso. Aveva dolori al petto, con il riposo passavano»

Elia Longarini
di Alessandra Bruno
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Martedì 17 Febbraio 2015, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 17:13
MACERATA - «Elia era un ragazzo meraviglioso, un vulcano di idee, un piccolo grande atleta con il sorriso nel cuore: per questo Dio l'ha preso con sé». Con queste parole Cristina Guazzaroni, la mamma di Elia Longarini, dipinge il ritratto del suo bambino, volato in cielo a 12 anni.



Il piccolo domenica ha avuto un malore durante la partita di rugby contro la squadra di Fabriano.

«Io sono arrivata dopo - ricorda tra le lacrime mamma Cristina, casalinga - mi ha accompagnata in auto mia cognata, ero a casa. Il fratello gemello di Elia, Matteo, era in campo con lui, mentre mio marito Giorgio si trovava a bordo campo con l'altra nostra figlia Ester (10 anni). Elia ha fatto cenno al mister che era stanco e che aveva un dolore al petto, lui gli ha detto “siediti” e si è accasciato a terra». Rievocare quella mattina è uno strazio senza fine, ma a dare conforto alla famiglia c'è l'affetto della seconda comunità del Duomo, di cui Giorgio e Cristina fanno parte da oltre 20 anni, unita nella fede e nella preghiera.



La fede

Ieri pomeriggio papà Giorgio, 43anni, cuoco nel seminario Redemptoris Mater si è ritrovato con amici e familiari nella casa materna di nonna Alba, legatissima al nipote: «Al momento non capiamo il perché - confida Giorgio, mentre si asciuga le lacrime - non lo sanno nemmeno i dottori, dobbiamo realizzare. Siamo sereni perché ci sono tante persone che ci sostengono, così ha scelto il Signore, la fede ci aiuterà. Stanno pregando per noi anche dalla Cina».



I fratelli

Nella stanza, tra calore umano e singhiozzi, sono appese le istantanee di una storia. «Lì c'è una foto del battesimo di Matteo ed Elia, accanto un'altra anche con la sorellina, da piccoli si somigliavano tutti e tre - dice con un sorriso Cristina - Matteo e la piccola sono simili, Elia era biondo e magrolino, Matteo moro e più in carne: con Elia scherzavamo sempre, pensava di essere stato adottato, ma lui era la copia del nonno paterno Paolo».



Playstation e sport

La mamma si lascia andare a qualche confidenza: «Elia aveva un'energia contagiosa, era servizievole e tanto sensibile. Stava entrando nell'adolescenza e a volte rispondeva male, al pediatra dicevo: fino a vent'anni così non lo reggo. La scuola non era tra le sue passioni, gli piacevano la playstation e i cellulari: già da piccolo scaricava giochi su quello del papà. Era vitale, amava il rugby, il nuoto e l'atletica. Alle 21 gli si spegnevano le pile e crollava sul divano». La salute era ok: «Aveva i malanni della sua età - assicura Cristina - qualche volta accusava dolori al petto, ma poi con il riposo passava tutto. I controlli erano a posto». Il piccolo campione aveva già intrapreso il cammino neocatecumenale: «Quest'anno Elia era entrato nella settima comunità del Duomo - svela la catechista Luciana - era contento di farne parte. Sabato sera ha fatto l'eucarestia e il giorno dopo il Signore l'ha chiamato».



Nonna Alba

Toccante la lettera di nonna Alba, che scrive: «Sei stato un dono grande. Ora con nonno riderai delle mie gaffe, mi aiuterete ad infilarmi le scarpe. Salta nei prati del paradiso, vorrei che ci fosse una marea di Nutella. Piccolo grande cuore, acrobata, inventore di storie, disegnatore di fantasia, eri speciale». Ieri la scuola Dante Alighieri dove Elia frequentava la 2° D, mentre Matteo la 2° F, ha osservato un minuto di silenzio in segno di lutto. Fuori dall'istituto bandiere a mezz'asta e un nastro nero. I compagni di classe hanno posato sul banco di Elia, rose bianche e pensieri pieni di amore. Questa mattina la festa di Carnevale è stata annullata.