San Severino, veglia di preghiera per Simone
il web accusa: «Tragedia annunciata»

Il pianerottolo dell'orrore (foto De Marco)
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Venerdì 26 Dicembre 2014, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 18:03

SAN SEVERINO - Veglia di preghiera questa sera alle 21 a San Severino per il piccolo Simone Forconi, ucciso a 13 anni dalla madre separata Debora Calamai, 39 anni, originaria di Firenze, da tempo in cura per problemi psichiatrici. E il wed si scatenano contro chi doveva vigilare sulla madre e non ha saputo proteggere questo bambino, magari dispondendo in tempo l'allontanamento totale della donna che aveva ancora l'affido condiviso.

Ecco uno dei tantissimi commenti lasciati nella bacheca Facebook del padre di Simone, Enrico Forconi, 43 anni, operio di San Severino. «Enrico, provo ad avvicinarmi al tuo dolore per esprimerti le mie condoglianze, per un dolore che solo chi lo attraversa sa quel che prova.

Ma permettimi di strillare tutta la mia rabbia. E' l'ennesima prova del fallimento delle istituzioni. Eppure c'erano tutti gli elementi che potessero far prevedere prima o poi una tragedia».

«La famiglia del piccolo Simone Forconi non era stata affidata ai nostri servizi sociali. La scomparsa di questo piccolo angelo la vigilia di Natale ci ha gettato tutti nello sconforto, la nostra è una piccola comunità dove ci si conosce tutti. Anche per questo stiamo tutti vivendo un momento, se possibile, ancor più drammatico - scrive il sindaco di San severino Cesare Martini - Ho parlato con il papà del bimbo, che ho voluto personalmente incontrare con la zia e con i nonni. Ho cercato di far sentire loro la vicinanza dell'intera comunità settempedana. Questa famiglia sa che gli vogliamo bene e che non lasceremo mai questo papà solo».

Martini a nome dell'intera Amministrazione comunale esprime anche il «cordoglio della città intera per la scomparsa di un bimbo bello come il sole. Non si può non essere toccati, non si può non essere scioccati per quanto accaduto. Credevamo che certe cose succedessero solo in televisione e invece possono accadere dovunque, anche a casa nostra. Questo dramma deve far riflettere sulle fragilità umane, le nostre fragilità, le fragilità di chiunque. E' il momento della riflessione e del silenzio quello che viviamo. Il silenzio vuol dire rispetto. Ma le istituzioni devono riflettere e interrogarsi. Se del caso anche interrogare e, eventualmente, muoversi perché si cambi registro in una società che, evidentemente, sta cambiando per più e più ragioni», conclude il sindaco Martini.

La Giunta comunale sta attendendo il lavoro della magistratura e dei medici legali ma si è già detta disponibile, con la famiglia, per proclamare una giornata di lutto cittadino.

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