In altre parole se l’unico chirurgo generale di turno nei festivi e di notte è impegnato in sala operatoria e si dovesse presentare un’altra emergenza, l’operazione verrà affidata, a seconda della reperibilità, a 29 chirurghi della Clinica chirurgica, dei reparto di Chirurgia epatobiliare, Chirurgia generale e Metodologia Chirurgica, Chirurgia senologica, toracica, vascolare, urologica, pancreatica e dei trapianti. E poiché un chirurgo costretto al turno di notte deve stare a riposo due giorni, i reparti in questione faticano a garantire gli interventi programmati.
Le conseguenze? Per interventi minori programmati si può attendere fino a due anni.