Falcones: «Vi racconto il mio nuovo romanzo sulle schiave bambine e la mia lotta (vinta) contro il cancro»

Il suo nuovo libro, Schiava della libertà, è appena uscito in Italia

Foto di Yuma Martellanz
di Riccardo De Palo
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Domenica 4 Dicembre 2022, 15:09

«Cosa mi sarebbe piaciuto scrivere ma non ho mai osato? Harry Potter, visto il successo che ha avuto». Ildefonso Falcones scherza davanti a un piatto di tonnarelli e a un bicchiere di vino rigorosamente tinto, in un ristorante romano. Il suo nuovo libro, Schiava della libertà, è appena uscito in Italia, e il mago spagnolo del romanzo storico - autore di capolavori come La cattedrale del mare - si gode il tour promozionale. «Non ho l'immaginazione per scrivere un libro come quelli di J.K. Rowling - precisa - i libri di fantasy o fantascienza non sono mai riuscito a leggerli e, forse, non sarei neanche capace di scriverli. Non riuscirei a entrare nell'ordine di idee di dover immaginare quante teste debba avere un mostro, o altri dettagli di questo tipo».


Perché ha deciso di occuparsi proprio di questo periodo storico, degli ultimi anni dello schiavismo?
«Di schiavi avevo già scritto, ce n'erano anche nella Cattedrale del mare, negli Eredi della terra, nella Regina scalza. La differenza è proprio la prossimità temporale, rispetto ai giorni nostri. A un certo punto viene abolita la tratta degli schiavi, e non la schiavitù. Per questo le navi caricano soprattutto donne, che vengono destinate a mettere al mondo altri schiavi».


Ha voluto scrivere di un tema che sembra noto, ma che non lo è affatto, lo sa?
«Quando il libro è uscito in Spagna la reazione è stata del tipo sì sì la schiavitù, sappiamo che cos'è.

Ma non è vero. Molte fortune familiari sono derivate nel corso dei secoli proprio dallo sfruttamento schiavista, e questo mi ha molto impressionato. Ho cercato di scrivere una ricostruzione fedele storicamente. E poi nella trama ho usato come ingredienti fondamentali l'amore, la passione, il denaro, la vendetta».


Negli ultimi anni le disuguaglianze sociali sono aumentate a livelli record. Perché?
«Abbiamo inanellato una serie di crisi finanziarie, che costituiscono il brodo di coltura perfetto per la speculazione. Questo tipo di fenomeni distanzia sempre più le classi sociali e inibisce il funzionamento del cosiddetto ascensore sociale. E non servono a nulla certe misure populiste».


Si avverte una certa affinità con il realismo magico. È una delle sue ispirazioni?
«Me gustaria, mi piacerebbe essere paragonato con il realismo magico. Ogni religione prevede una componente di questo tipo. E devo dire che mi è piaciuto molto utilizzare l'argomento religioso da questa prospettiva, come non avevo mai fatto prima. Ma ho cercato di trattare l'argomento con un totale rispetto, anche scrivendo di persone che danzando entrano in trance o vengono possedute dagli dei. Sono fenomeni che possono sembrare folcloristici, ma che in realtà non sono affatto diversi dalle nostre credenze, dal misticismo che pervade i nostri santi. Spero che si avverta il mio senso di rispetto quando scrivo di questi temi».
 

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