L’intitolazione arriva, alla vigilia della nuova udienza in cui in Tribunale a Roma si deciderà sulla richiesta della Procura di Roma di archiviare le indagini sull’omicidio di Ilaria e Miran Hrovatin. Al parco di Via degli Elleni, di fronte la chiesa di Santa Chiara, si sono riuniti cittadini, rappresentanti delle istituzioni e giornalisti per dare un segnale forte.
Ad aprire la cerimonia commuovendo i presenti gli alunni della scuola primaria “Celli” dell’Istituto Comprensivo Tasso hanno intonato il brano di Giorgio Gaber “La libertà”. E' toccato poi alla presidente della Commissione Toponomastica Celina Mattei ripercorre le tappe che hanno portato alla scelta del nome di Ilaria Alpi dopo il coinvolgimento dei cittadini.
Prima di scoprire la targa, donata dalla Fnsi, le parole del Sindaco Damiano Coletta: «Abbiamo scelto di essere qui oggi, il giorno prima del pronunciamento del Tribunale di Roma, per dire che la comunità di Latina ha voluto accendere un faro sul bisogno di verità attorno alla morte di Ilaria e Miran. Abbiamo scelto Ilaria Alpi in quanto rappresentante di una categoria professionale che ha il compito di raccontare ciò che succede a chi non può vedere e lo fa anche rischiando la vita. Questa intitolazione è ad Ilaria Alpi, ma anche a Vittorio Arrigoni, a Giulio Regeni, a Giancarlo Siani, a Federica Angeli, costretta a vivere sotto scorta. E’ dedicata a tutti i giornalisti che ogni giorno rischiano di subire condizionamenti o violenze e a tutti coloro che nella propria vita e nel proprio lavoro sono impegnati a difendere la verità, la democrazia e la libertà».
Ora l'attenzione si sposta su Roma. E' domani (venerdì 8 giugno) infatti l’appuntamento per il sit in piazzale Clodio, davanti al Tribunale di Roma, a cui hanno aderito tra gli altri la Federazione Nazionale della Stampa, il Cdr del Tg3 e il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti: «Noi ci saremo per dire anche a nome della città di Latina – ha affermato il Presidente Fnsi Giulietti – che comunque vada non archivieremo mai il ricordo e la storia di Ilaria e Miran». «Per noi è una ferita aperta da 25 anni - ha aggiunto il direttore del Tg3 Luca Mazzà - Questa iniziativa sia occasione di memoria, ma soprattutto sprone ad andare avanti nella ricerca della verità».
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