Pareti verdi e riciclo di acque piovane: progetto pilota della Provincia di Latina

Pareti verdi e riciclo di acque piovane: progetto pilota della Provincia di Latina
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Martedì 26 Novembre 2019, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 12:51
«Nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, l'uso di acqua domestica rappresenta una piccola parte del consumo di acqua - una quantità molto maggiore è utilizzata per l'irrigazione - ma richiede la migliore qualità e la sua domanda è in continua crescita, a causa del miglioramento degli stili di vita e dell'aumento della popolazione urbana. Inoltre, le acque urbane sono ancora la principale causa di inquinamento dei fiumi e delle acque sotterranee, pur se queste ad oggi vengono opportunamente trattate prima del loro scarico». È questa la filosofia del progetto Nawamed che vede come capofila la provincia di Latina e che ha ottenuto un finanziamento Ue di 3,2 milioni di euro. 

Il progetto è entrato nella fase operativa ed è stato illustrato questa mattina dal vicepresidente della Provincia Vincenzo Carnevale in apertura della tre giorni - da oggi a giovedì - di presentazione ufficiale presso l'Amministrazione provinciale a Latina.  «L'uso di acqua domestica pro capite può essere drasticamente ridotto utilizzando risorse idriche non convenzionali (NCW) per scopi non potabili - spiegano i curatori del progetto - le acque grigie (e acqua piovana se disponibile) possono essere riutilizzate per l'irrigazione e come scarico dei WC, ma richiedono la realizzazione di sistemi di trattamento decentrato, al servizio di uno o pochi edifici».

L'acronimo NAWAMED sta per "Nature Based Solutions for Domestic Water Reuse in Mediterranean Countries" ovvero Soluzioni naturali per il riutilizzo delle acque domestiche. Il progetto mira «a modificare la pratiche di gestione dell'acqua urbana attraverso tecnologie di trattamento innovative, sostenibili e a basso costo, applicabili in modo decentrato, per sostituire l'uso di acqua potabile con una buona qualità di NCW» hanno spiegato questa mattina in una conferenza stampa i curatori del progetto presso la Provincia di Latina.

Partner del progetto oltre alla Provincia di Latina che è capofila, sono Italia IRIDRA, Italia SVI.MED. (Centro EuroMediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile), Italia Centre for Water Research and Technologies, Tunisia University of Jordan,  Jordan Energy and Water Agency - Malta American University of Beirut - Lebanon. Come partner associati ci sono anche la municipalità di Tunisi, la Municipalità of Jerash in Giordania, il comune di Ferla in Sicilia e il Politecnico di Torino.
 
«Obiettivo del progetto sarà promuovere l'applicazione di tecnologie e misure innovative, sostenibili, a basso costo e a basso consumo di acqua per l'utilizzo di risorse idriche non convenzionali a fini domestici» spiegano dalla Provincia. Il progetto «dimostrerà la fattibilità tecnica ed economica di soluzioni tecniche a basso costo e basate sulla natura, come le pareti verdi per trattare le risorse idriche non convenzionali nelle scuole, università, strutture pubbliche e in un campo profughi. Le acque reflue o le acque piovane recuperate saranno riutilizzate per scopi diversi, tra cui l'acqua di scarico dei servizi igienici e l'irrigazione e quindi il consumo di acqua potabile per uso domestico sarà diminuito».
 
Sono 8 le installazioni pilota in scala reale per il trattamento di acque grigie/acque piovane e riutilizzo, comprese le pareti verdi (elementi verticali vegetati montati su superfici edilizie) e impianti di fitodepurazione orizzontali che trattano i flussi da edifici pubblici, aree di parcheggio e un campo profughi». A Latina è previsto un intervento presso la ex Ropssi sud per il riutilizzo delle acque grigie e delle acque piovane del piazzale della struttura dell'Amministrazione provinciale. 

Grazie a questi progetti sarà possibile una riduzione del 30% del consumo di acqua a livello dei siti pilota, con 9.000 metri cubi l'anno di acqua non convenzionale da riutilizzare a livello urbano/domestico. Inoltre nei tre anni del progetto verranno organizzate 15 visite tecniche a siti pilota, 10 seminari di formazione per il personale tecnico e i decisori politici, un documento di indirizzo per le politiche del Mediterraneo «per promuovere l'inclusione nei quadri politici nazionali della gestione della domanda idrica e delle misure non convenzionali in materia di risorse idriche».
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