Blitz antimafia a Latina, 33 arresti nell'operazione Scarface

Il capo del clan dal carcere guidava le estorsioni a danno di commercianti del capoluogo pontino. I nomi degli arrestati

Blitz antimafia a Latina, 33 arresti nell'operazione Scarface
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Martedì 26 Ottobre 2021, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 12:53

In aggiornamento

Ore 12.50
Ecco i nomi dei 33 arrestati nell'ambito della "Operazione Scarface".



Ore 12.30
Gli ordini dal carcere
«Tenete la città di Latina in mano». Così il boss Romolo Di Silvio, dal carcere di Rebibbia, impartiva gli ordini ai suoi affiliati per la gestione dello spaccio e delle estorsioni ai danni di commercianti del capoluogo pontino. La frase è stata intercettata nell'ambito
dell'indagine della Dda di Roma e svolta dalle squadre mobile di
Latina, Roma e Sco che ha portato oggi all'applicazione di di 33
misure cautelari.

Ore 12.30
«I punti focali di questa indagine erano la zona della movida ma anche le piazze di spaccio di Sezze, Priverno e Pontinia - ha spiegato il questore di Latina, Michele Spina - con personaggi legati al gruppo dei Di Silvio che operavano anche in questi ambiti della provincia. E' l'ennesima operazione, l'ennesimo colpo inferto a questo gruppo criminale mafioso cosiddetto autoctono,  e che punta a disarticolare in modo completo questi clan criminali».

Ore 12.10
Puntavano ad acquisire con la forza attività economiche
L'organizzazione «radicata a Latina in via Pionieri della Bonifica e operante sul territorio pontino - si legge nell'ordinanza - avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento  e di omertà che ne deriva per commettere delitti contro la vita , l'incolumità individuale, il patrimonio, la libertà morale per acquisire in modo diretto e indiretto la gestione di attività economiche, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e per altri».

Ore 12
Ci sono anche 17 indagati a piede libero

Gli arrestati si trovano attualmente in questura per le formalità prima di essere accompagnati in carcere o ai domiciliari.

Si apprende che oltre alle 33 persone raggiunte dalla misura cauelare ci sono altri 17 indagati.

Ore 9.50
Due anni di indagini
Sono stati due anni di indagine per gli agenti della Squadra Mobile di Latina, guidate dal vicequestore Giuseppe Pontecorvo, insieme ai colleghi della Mobile di Roma e del Servizio centrale operativo della Polizia. «Tutto è iniziato dopo alcune spedizioni punitive nella zona della movida del capoluogo pontino. Riteniamo - spiegano dalla Questura - che ad un certo momento la famiglia di Silvio abbia tentato di estendere il controllo del territorio. Da qui le attività di intercettazione hanno fotografato l'immagine di un leader nel pieno esercizio delle proprie funzioni che dal carcere emanava delle direttive attraverso cui governare la consorteria criminale».
 

Giuseppe Pontecorvo, capo della Squadra Mobile della Questura di Latina (Foto Gabriele Tamborrelli)


Ore 9.40
Nel corso de blitz sono state perquisite alcune abitazioni a Campo Boario, quartiere alla periferia del capoluogo pontino.

La perquisizione a casa di uno degli esponenti del clan Di Silvio, immagine tratta dal video diffuso dalla Polizia

 
Ore 9.30
Le prime immagini del blitz scattato all'alba.

Ore 9
«Il focus dell'indagine - spiegano dalla Questura di Latina - è la famiglia Di Silvio, e in particolare il ramo familiare che fa capo a Giuseppe Di Silvio, detto Romolo. Un organizzazione strutturata su base familiare e territoriale qui a Latina che si è resa protagonista di gravi reati. Il capostipite è al momento detenuto per un omicidio commesso nel 2010». L'inchiesta ha preso le mosse da due fronti, il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche e ambientali, e le diciarazioni di collaboratori di giustizia e di tante vittime di estersioni.


Ore 8
A quanto si apprende questa indagine della Direzione distrettuale Antimafia è quella da cui è poi nata l'inchiesta sui concorsi truccati alla Asl di Latina. Come si ricorderà gli agenti della Mobile pontina stavano intercettando alcuni esponenti del clan Di Silvio quando si imbatterono nelle telefonate del dirigente dell'Azienda sanitaria pontina finito poi agli arresti. Ma l'inchiesta di oggi riguarda tutt'altri episodi.

Ore 7.45
Un elicottero della polizia sta sorvolando Latina per controllare le operazioni. Si è appreso che sono 27 le persone portate in carcere in questi minuti, mentre altre sei andranno agli arresti domiciliari.


E' scattata a Latina una vasta operazione anticrimine della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma. I poliziotti stanno eseguendo  33 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso,  traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, furto, detenzione e porto abusivo di armi.

L’attività investigativa ipotizza l’esistenza di un nuovo sodalizio di matrice mafiosa e di origine autoctona, riconducibile al gruppo di etnia Rom di Giuseppe Di Silvio, detto Romolo, organizzazione strutturata su base familiare e territoriale, già protagonista di gravissimi episodi criminali a Latina, che si è nel tempo sempre più radicata sul territorio, sia per quanto riguarda l’attività di spaccio di stupefacenti, sia in merito ad attività estorsive.

Dalle indagini è emerso come quest’ultima attività riuscisse ad incutere timore, a piegare la volontà delle vittime, in alcuni casi vessate da anni, senza che le stesse sporgessero denuncia.

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