Latina capitale della cultura, ecco le altre agguerrite città da battere

Tra i candidati L'Aquila, Rimini, Lucca, Nuoro, Potenza, Todi, Pantelleria e Gaeta

Latina capitale della cultura, ecco le altre agguerrite città da battere
di Marco Cusumano
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Venerdì 1 Settembre 2023, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 16:53

Latina punta a diventare capitale della cultura 2026 ma la concorrenza è molto agguerrita e più di qualche città sta stringendo alleanze per ottenere il titolo. Sono 26 le candidature ufficiali depositate al ministero, ma ora il prossimo passaggio fondamentale è l'invio del dossier entro il 27 settembre.

Nel faldone dovranno comparire tutti gli elementi necessari alla candidatura: progetto culturale, referente responsabile, valutazione di sostenibilità economico-finanziaria, obiettivi e sintesi. Poi toccherà a una giuria, composta da sette esperti del mondo della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica, a valutare i dossier selezionando i 10 progetti finalisti entro il 15 dicembre 2023. I finalisti saranno "ascoltati" in audizioni pubbliche entro il 14 marzo 2024: ogni città avrà 30 minuti di tempo per presentare la propria candidatura e altri trenta per rispondere alle domande della giuria. La procedura si concluderà entro il 29 marzo 2024 con la scelta del vincitore.

GLI SFIDANTI

I competitor di Latina sono molto agguerriti e preparati. Basti pensare che L'Aquila ha ingaggiato lo stesso team di esperti che seguirono la candidatura di Matera, diventata capitale della cultura nel 2019. Il capoluogo abruzzese ha incaricato un'azienda di Padova, la "Arteco", investendo 36.000 euro, una cifra ragionevole se si considera che l'eventuale vittoria porterà un finanziamento di un milione di euro, senza considerare l'ulteriore prevedibile indotto.

Ma c'è anche più di qualcuno che ha deciso di stringere delle alleanze o di fare un passo indietro per evitare la concorrenza tra territori vicini.

E' il caso di Carpi che ha rinunciato alla candidatura per non ostacolare Rimini, una scelta che descrive molto bene la capacità di fare squadra a livello regionale in Emilia Romagna.

Anche Lucca, una delle città favorite, crede molto nell'obiettivo e sta impiegando risorse consistenti. Strategica la scelta di affidare l'incarico di redigere il progetto da 48mila euro alla Fondazione "Promo Pa" che in passato ha curato altre quattro candidature, compresa quella di Parma che nel 2020 ha ottenuto il titolo. Dopo aver ascoltato le realtà culturali del territorio si sta procedendo a redigere il dossier che conterrà concept, programma, comunicazione e promozione, budget, monitoraggio e valutazione.

Spostandoci a Sud, c'è da segnalare l'alleanza tra Maratea e Moliterno che hanno deciso di unirsi per rendere più forte la candidatura. Le due comunità che distano circa 60 km, puntano a diventare «una capitale della cultura diffusa, un punto di equilibrio tra nord e sud, mare e montagna, Basilicata e mondo» come spiegano i sindaci.
Latina dovrà fare i conti anche con la vicina Gaeta, un gioiello del mare che vanta anche una storia lunga e gloriosa. Il titolo del dossier è "Blu: il Clima della Cultura", un riferimento al mare come «elemento caratterizzante del progetto, che mira a promuovere un "clima culturale" che, al pari del mare, sia un crocevia di incontri e confronti».

EFFETTO COMPLETAMENTO

C'è un criterio nella scelta della capitale, indicato nel bando come "effetto di completamento", inteso come «capacità di favorire la piena realizzazione di progetti già avviati ma non ancora conclusi». Se Latina non è ancora capitale della cultura, di certo può essere considerata la capitale delle opere annunciate e mai realizzate. E non si parla solo di opere faraoniche come le terme di Fogliano, la metropolitana leggera o la cittadella giudiziaria, ma anche di tanti progetti minori annunciati più volte ma mai portati a termine. Il criterio dunque potrebbe essere un limite, ma allo stesso tempo - volendo essere ottimisti - anche uno stimolo per portare a casa qualche risultato concreto.

I CRITERI

Tra gli altri criteri per la scelta finale c'è la «coerenza del progetto rispetto alle finalità di legge e alle altre iniziative di valorizzazione del territorio, nonché coordinamento e sinergia degli interventi proposti», l'efficacia del progetto «come azione culturale diretta al rafforzamento della coesione e dell'inclusione sociale, in termini di crescita della domanda e dell'offerta culturale», la «previsione di forme di cofinanziamento pubblico e privato, condivisione progettuale con altri enti territoriali e con soggetti pubblici e privati portatori di interesse presenti sul territorio, da attuarsi nel rispetto della vigente normativa in materia di appalti e terzo settore».
Il dossier, anche in caso di sconfitta, potrebbe essere un punto di partenza per una strategia che vada finalmente oltre gli annunci.

TUTTI I CANDIDATI

Ecco le candidature per la capitale italiana della cultura 2026: Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Bernalda (Matera), Cleto (Cosenza), Gaeta (Latina), L'Aquila (Abruzzo), Latina, Lucca, Lucera (Foggia), Maratea-Moliterno (Potenza), Marcellinara (Catanzaro), Massa (Toscana), Nuoro (Sardegna), Pantelleria (Trapani), Potenza (Basilicata), Carpi-Rimini (Emilia Romagna), Senigallia (Ancona), Todi (Perugia), Treviso (Veneto), Unione dei Comuni dei Monti Dauni, Unione dei Comuni Terre dell'Olio e del Sagrantino, Unione dei Comuni Valdichiana Senese, Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana.

Dopo Bergamo e Brescia, Capitale italiana della cultura 2023, il titolo spetterà nel 2024 a Pesaro, seguita da Agrigento nel 2025.

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