Ciclista travolto e ucciso, gli amici: «Ciao Riccardo, avevi un grande cuore e dedizione»

Giorgi lascia la moglie Elena e i loro due bimbi, l'atleta si faceva chiamare Irondad. Sgomento all'ospedale Goretti dove il tecnico radiologo lavorava

Ciclista travolto e ucciso, gli amici: «Ciao Riccardo, avevi un grande cuore e dedizione»
di Monica Forlivesi
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Martedì 27 Febbraio 2024, 15:42

"Riccardo corre con me", poi un cuore azzurro. È la storia su Instagram di Ferdinando, amico e compagno di tanti allenamenti di Riccardo Giorgi, sulle note di The sound of silence, un'immagine struggente come le sue parole. «Ciao Riccà... Impossibile spiegare il dolore e il senso di vuoto incolmabile che hai lasciato in tutti noi. Impossibile dimenticare quel tuo sorriso da sognatore che come il nostro Julio "Acchiappasogni" mostravi ogni volta che ci vedevamo. Impossibile spiegare la tua forza, dedizione e passione nell'incastrare tutti gli allenamenti di triathlon. Impossibile spiegare quando ci hai stupito tutti e come hai reso possibile l'impossibile diventando il primo terracinese a terminare la gara più grande, dura e affascinante del panorama endurance: l'Ironman. Impossibile dimenticare la tua innata capacità di stupire silenziosamente, anche l'ultima volta quando ti sei presentato al mio allenamento per seguirmi in bici». Racconta che volevano correre l'Ironman insieme: «Perché quelli come noi vivono di sogni. Comunque una cosa te la prometto, noi quella cazzo di gara la faremo insieme. Ci vediamo da Mario».

LA RABBIA

Riccardo, con i suoi 39 anni e il lavoro in ospedale, come tecnico radiologo al Santa Maria Goretti di Latina, era tornato a casa pochi mesi fa, nella sua amata Terracina, dopo anni di lavoro a Milano all'istituto Besta, con sua moglie Elena e i loro due bimbi. Perché Riccardo era sì Ironman, aveva vinto la gara a Copenaghen nel 2022, ma era prima di tutto, come scriveva lui sul suo profilo social: Irondad, papà la prima volta nel 2016, la seconda nel 2019. Dolore al Goretti di Latina, dove lavorava da circa sei mesi, dolore e rabbia: «Riposa in pace caro Riccardo. Oggi l'aria qui dentro è molto pesante». Non si dà pace un suo collega: «Se fossero stati ancora in gruppo sarebbe stata una strage. Non si può morire così, non si può. Lui era sano, pensava alla sua famiglia, al suo lavoro e allo sport. È uscito e non è tornato più a casa... investito da uno che di certo la vita non l'apprezzava e non la rispettava come Riccardo. Non posso farmene una ragione». Piange il mondo dello sport: da podisti e ciclisti ad atleti del triathlon, la sua disciplina preferita. «Il presidente Riccardo Giubilei, il Consiglio Federale e la Federazione tutta si stringono attorno alla famiglia di Riccardo Giorgi. Nel momento del dolore le più sentite condoglianze alla famiglia di Riccardo, al Presidente di Una Triathlon Team, Raffaele Gerbi, e a tutti i suoi cari» le parole della federazione italiana.

LA SUA FAMIGLIA

Parla del suo ritorno l'assessore all'Ambiente del Comune di Terracina, Vincenzo Di Girolamo, che lo ricorda così: «Terracina piange Riccardo, amico di corse, sportivo doc, professionista stimato e amato padre. Alcuni giorni fa programmavamo un allenamento insieme e maledicevamo gli impegni lavorativi... il vero ostacolo al nostro amore per lo sport. Da pochi mesi era riuscito ad avvicinarsi alla tanto desiderata città natale, Terracina, dopo anni di lavoro a Milano. Ora che aveva km da macinare in zona il destino ingiusto l'ha portato ad allenarsi lontano dai cari». Tantissimi i ricordi che si rincorrono, i pensieri, gli aneddoti legati agli allenamenti, alle serate insieme, ai turni di lavoro. Ma il pensiero di tutti va sempre a loro, ai suoi due bimbi, a Elena e ai genitori di Riccardo, lui era il loro unico figlio.
Dolore che si unisce al dolore, quello per una morte assurda, una mattina esci di casa e vieni travolto e ucciso da un uomo che ha qualche anno meno di te e che alle 9 di una domenica mattina di febbraio è sotto l'effetto degli stupefacenti. Non si può accettare. Restano la rabbia, il dolore e resta il ricordo di Riccardo e di quello che è stato nelle parole dei suoi compagni di allenamento: «Ti ricorderemo sempre per quel tuo sorriso grande e quel cuore immenso che avevi. Grazie Riccardo per tutto quello che abbiamo condiviso, rimarrai per sempre nei nostri cuori».
 

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