Una sfida non semplice, ma Francesco è abituato. Così grazie ai fasci di luce si catturano segnali delle cellule finora impercettibili e «la nuova sfida al diabete parte da Pisa», scrivono dalla Normale. Il professore frena: «Parliamo di ricerca di base, il premio è per fare quello, da qui a cinque anni attraverso strumentazioni e gruppo di lavoro, al laboratorio dedicato che dovrò mettere in piedi grazie al finanziamento ottenuto, studieremo i meccanismi molecolari con i quali funzionano le cellule che producono insulina e il metabolismo del glucosio, è chiaro che sullo sfondo c'è il diabete ma ripeto, siamo a una ricerca di base». Da qui ad applicarla, eventualmente, ce ne vuole. Lo studio punta «a capire i meccanismi e proporre nuove strategie di diagnosi e cura, lo facciamo in collaborazione con l'ospedale di Pisa anche per questo». Il metodo? Le cellule saranno lanciate in orbita e attraverso la luce si studierà il processo - con una precisione mai raggiunta prima - che svolge l'insulina prima di essere rilasciata nel sangue. «È un passaggio importante e ancora poco compreso». Ed è per farlo comprendere che l'Unione europea ha puntato sul progetto del ricercatore pontino.
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