Si sono succeduti tre Governi, con il relativo seguito di ministri e sottosegretari, da quell'annuncio fatto nel 2016 dall'allora premier Matteo Renzi che da Ventotene lanciò il progetto di una ristrutturazione totale del carcere di Santo Stefano per renderlo un luogo di formazione delle classi dirigenti. Un luogo di identità e memoria, di libertà e di futuro per l'Europa intera. Solo ora però si parte davvero. Da quando, lo scorso gennaio, è stata nominata commissaria straordinaria del Governo per il recupero e la valorizzazione dell'ex carcere borbonico dell'isola, Silvia Costa non ha perso tempo.
Solo l'emergenza covid ha temporaneamente bloccato incontri e riunioni, ma questi mesi non sono trascorsi invano. Per far ripartire tutto si è continuato a lavorare alla fase istruttoria in maniera meno visibile ma proficua, tessendo contatti e avviando partnership, riannodando le fila di un discorso lasciato in sospeso e ricomponendo un quadro difficile e ambizioso certo, ma realizzabile. Arriva quindi, dopo anni di stasi, un piano operativo per il recupero e un crono programma. Dopo aver riunito nei giorni scorsi il Tavolo istituzionale permanente alla presenza di tutte le amministrazioni coinvolte, la commissaria è approdata lunedì sull'isola dove ha incontrato il sindaco, i consiglieri comunali, la direzione della Riserva Marina e anche gli operatori.
«Questo spiega è un progetto integrato che racconterà le due isole, accomunate dalla stessa storia e dallo stesso patrimonio naturale, entrambe aperte a una dimensione europea». Sul tavolo ci sono i 70 milioni di euro del Fondo di sviluppo e coesione. Ci sono i primi sopralluoghi effettuati a febbraio. E ci sono i primi passi già mossi con la firma dell'accordo tra Mibact e Invitalia, individuato come soggetto attuatore del contratto di sviluppo. Da qui si parte per programmare. Tre fasi: messa in sicurezza, studio di fattibilità, lavori.
Nodo cruciale resta quello degli approdi su Santo Stefano, oggi praticamente inesistenti: «C'è già un gruppo di lavoro chiarisce la commissaria che sta lavorando per progettare il ripristino dell'approdo principale, quello della Marinella, ma si valuteranno le condizioni per crearne altri due secondari». Il cuore dell'intera operazione sarà poi lo studio di fattibilità, per il quale sono già stati avviati dialoghi importanti con partner internazionali. In cantiere c'è ancora molto altro, idee e nuovi progetti collaterali nati in questi mesi dall'ascolto e dalla conoscenza delle realtà impegnate da sempre in prima linea su questi territori, come l'Associazione per Santo Stefano in Ventotene onlus. Per questa ragione si continua a lavorare per chiudere accordi ulteriori che consentano di reperire risorse aggiuntive. Infine, un'altra grande ambizione: candidare Ventotene per l'Eurpean Heritage Label, il prestigioso marchio europeo di patrimonio culturale.
Laura Pesino
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