Daniele Nardi innamorato della sua terra: «I miei nonni pastori sulla Semprevisa»

Daniele Nardi
di Marco Cusumano
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Domenica 10 Marzo 2019, 17:07
«Io scalo da una vita. Vivo a Latina, pianura pontina. Potete immaginare che le montagne lì... come dire... Non sono il paesaggio naturale». Era il 2016 quando Daniele Nardi, in un video monologo, parlava della sua sfida infinita per conquistare il Nanga Parbat .

Il legame tra Nardi e il suo territorio è sempre stato forte. Ne parlava spesso e anche in quella intervista i riferimenti, per spiegare la montagna, partivano sempre dai suoi Lepini. «Quando ho detto ai miei amici che avrei scalato a ottomila metri, si sono messi a ridere. Eppure partendo dai miei monti Lepini, a 1.500 metri, ho poi trovato il coraggio di scalare le Dolomiti e sfidare le montagne da ottomila metri, le più alte, le più affascinanti. Affrontare uno sperone inviolato significa non soltanto essere tecnicamente preparati, ma soprattutto aver voglia di affrontare l'ignoto».

Anni fa Daniele Nardi, confermando il suo attaccamento alla terra d'origine, coinvolse un regista di Latina in un documentario dedicato alla sua spedizione sul Nanga Parbat. Quel regista, Renato Chiocca, oggi, pubblicando una fotografia, ricorda così quel periodo: «E' un fotogramma dal documentario che mi invitò a girare seguendolo in spedizione, offrendomi così la possibilità di vivere una delle esperienze più importanti della mia vita. Quell'anno conquistò la vetta, ma riconquistò anche una parte di se stesso».

Nel 2004 il Comune di Sezze (con il sindaco Zarra e il vice Ciarlo) sponsorizzò la spedizione di Nardi. Lui raccontò così le sue origini: «I miei nonni erano dei pastori e sul monte Semprevisa sono di casa da quando avevo quattro anni. La passione per l'alpinismo invece è arrivata verso i 17 anni, quando sulle pareti rocciose della Valle d'Aosta ho assistito ad una dimostrazione dell'arrampicata».

E' del 2005 la spedizione Città di Latina: Nardi raggiunse la vetta dell'Aconcagua, la montagna più alta del Sudamerica, con una squadra tutta pontina. In quell'occasione fu piantato un tricolore donato dall'allora sindaco Vincenzo Zaccheo. Daniele Nardi è stato anche Ambasciatore dei diritti Umani, portando con sé in ogni spedizione l'Alta Bandiera, facendola sventolare sulle vette del mondo, con le firme dei ragazzi che incontrava nelle scuole.

 
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