Niente spettacoli per il Covid, «Ma i Comuni devono crederci di più»

Daniele Mignardi
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Domenica 19 Luglio 2020, 17:13 - Ultimo aggiornamento: 17:15
Sospesi, rimandati, addirittura cancellati. E’ il destino di centinaia di eventi programmati in Ciociaria che la recente decisione del Consiglio di ministi, di prorogare le norme anti-covid, ha definitivamente affossato.
«Speravamo che dal 15 luglio (data di scadenza del precedente decreto) si sarebbero allargati i cordoni. Avremmo avuto 2 mesi buoni (fino al 15 settembre) per recuperare le serate perse.... e invece niente. Resta tutto bloccato» è l’amaro sfogo di Maurizio L. uno dei maggiori organizzatori di eventi in Ciociaria. 
Dunque, il settore “spettacoli” della provincia, che già a giugno segnava un crollo del 90% dell’attività, deve ora fronteggiare il periodo più buio della sua storia. Una stagione che ha bruciato, nei 91 Comuni della Ciociaria, serate per 5 milioni di euro e lasciando senza lavoro (tra tecnici, operai, sicurezza e artisti) più di mille persone.
IL RILANCIO
Una stagione amara, anche perchè l’intrattenimento e il turismo sono state sempre indicate come voci essenziali per il «rilancio».
Un profondo conoscitore del settore, che ben conosce il termometro del mercato, è Daniele Mignardi, responsabile della «Promopressagency» con cui si occupa di eventi nazionali ed internazionali, di star televisive, della musica e dell’entertainment in generale.
Dunque è un’estate in sordina...
«Veramente ci sono Comuni che, in alternativa ai concerti saltati, hanno organizzato incontri di altra natura, come nella “mia” Veroli il “Festival della Filosofia”. Una iniziativa da apprezzare. Questo dinamismo è la dimostrazione che, in Ciociaria, c’è tanta voglia di fare. Peccato, però, che le amministrazioni locali in questo campo hanno poco coraggio, anche in tempi di Covid si può organizzare una stagione di eventi, basta adottare tutte le precauzioni del caso».
E’ anche vero che spesso ai musicisti, così come agli artisti, si chiedono serate a “costo zero”...
«Sì, lo so. E’ un’offesa a chi ha studiato per anni. Un’offesa alla cultura. Troppo spesso l’artista viene chiamato “per riempire una serata”, quando invece è la musica, così come il teatro o il cabaret, a dover essere protagonista. Mi dispiace, ma non è questa l’arte di cui tanto si parla quando si fanno grandi progetti per incentivare il turismo in Ciociaria (che di bellezze ne ha a non finire)». 
Ma il Comune di Frosinone ha reso “protagonista” la musica con il Festival dei Conservatori....
«Bene, ha fatto solo una parte del percorso, ora deve promuoverlo ai di fuori del territorio. Vorrei sentir parlare del Festival anche quando vado in giro per l’Italia».
Eppure a Frosinone c’è un ottimo Conservatorio ....
«Che sia un’ottima fucina di artisti ne sono convintissimo, ha una tradizione importante. Ma che sia un ottimo Istituto ce lo dicono fuori... Non ho mai visto, a Frosinone, una campagna di promozione dei giovani talenti che lo frequentano. La cosa più semplice, ad esempio, mi viene in mente parlandone, sarebbe programmare una tournée affidata a questi ragazzi o all’orchestra del Conservatorio. Nemmeno quella. Oppure basterebbe indurre i Comuni che organizzano le serate estive ad attingere dai musicisti del Conservatorio per alcuni eventi. Credo che offrirebbero un grande spettacolo: bisogna “educare” il pubblico del territorio all’ascolto di qualsiasi musica, che sia colta o popolare. Non bisogna lasciare all’improvvisazione l’organizzazione di una stagione».
E in passato?
«Sicuramente vent’anni fa c’era un maggior fermento. A cominciare dalla radio private. Ce n’erano decine e decine in Ciociaria, anche nei Comuni più piccoli. E molti di noi sono cresciuti in quell’ambiente che si nutriva di musica, fantasia e arte. E’ stata una gavetta importante per tanti giovani. Ecco, oggi manca proprio la voglia di crederci»
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