Il giallo della Scuola di archeologia: sprechi e cemento a Satricum

Il giallo della Scuola di archeologia: sprechi e cemento a Satricum
di Monica Forlivesi
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Venerdì 22 Luglio 2016, 10:26 - Ultimo aggiornamento: 12:08

C'è un grande edificio nell'area di Satricum alle Ferriere, uno spazio bello e ristrutturato. Ma abbandonato. Qualcuno ha forzato al porta con un piede di porco e portato via tutto: termoconvettori, arredi, poltroncine. Se ne è accorto nelle settimane scorse il consigliere di Latina Bene Comune Fabio D'Achille. «Ho fatto un sopralluogo - racconta - nell'area di Satricum e gli archeologi olandesi mi hanno segnalato uno spazio enorme e inutilizzato. Così ho chiesto agli uffici comunali informazioni e documenti e ho saputo che si tratta di un'ex cantina vinicola ceduta gratuitamente all'ente, ristrutturata con dei fondi Docup, e che avrebbe dovuto ospitare la Scuola cantiere archeologica. Mi chiedo come sia possibile utilizzare fondi pubblici e lasciare poi una struttura in quello stato di abbandono...».

Quella della scuola cantiere è una storia vecchia, affonda le radici nell'amministrazione Finestra, negli anni 90, nel 2000 venne approvata in Consiglio, nell'ambito del Progetto di sistema integrato per la fruizione delle aree archeologiche, l'acquisizione al patrimonio comunale di una porzione dell'ex stabilimento vinicolo Modica, una cessione gratuita. Nel 2003 fu licenziato il progetto esecutivo per la sistemazione dell'edificio per un importo di 659.000 euro, ma si tratta di un primo stralcio, ne seguirà un ulteriore. I lavori vengono affidati a una ditta di Anzio nel 2004 e dopo qualche sospensione e ripresa vengono ultimati. Da allora, a quanto pare, è stato messo un lucchetto e la parola fine. Era il 2005.

Due anni prima, nel 2003, il Messaggero a denunciò lo stato di abbandono dell'area archeologica delle Ferriere. Ora si ripete il paradosso di Satricum: è l'insediamento più antico del comprensorio del capoluogo ma da quasi 40 anni vive, anzi sopravvive, grazie alla dedizione di un gruppo di archeologi e di studenti olandesi, capitanati da Marika Gnade, docente all'Università di Amsterdam. Nella seconda metà degli anni Novanta i fondi dell'Unione europea portarono al Comune e al socio privato uno stanziamento di tre milioni e 300 mila euro, i lavori per la sistemazione del Parco archeologico e dello stabilimento delle Ferriere. Il Comune chiese poi nuovi finanziamenti per il Docup 2000-2003, altri due milioni e 300 mila euro, per completare il risanamento dell'area archeologica (950 mila euro la somma richiesta) e la Scuola di specializzazione archeologica (un milione e 350 mila euro).

Il museo è stato finalmente aperto, i lavori all'ex vinicola effettuati e da qui parte il mistero di quell'opera che rappresenta un ennesimo monumento allo spreco: distrutta dal tempo, dalle infiltrazioni d'acqua e da chi ha trovato un rifugio per la notte. Già dieci anni fa si parlò di possibile contenzioso con la proprietà, non per l'ex vinicola, lì l'acquisizione è avvenuta e in quell'edificio sono stati costruiti dal privato appartamenti e negozi come previsto dalla convenzione con il Comune di Latina. Ma quella convenzione dice anche altro, vale a dire la possibilità di realizzare, è la famosa variante di Satricum, una lottizzazione: 28.675 metri cubi, più o meno 90-95 appartamenti.

Nel 2007, fu l'allora candidato sindaco Fabrizio Cirilli a sollevare dubbi, tanto che si rivolse al Prefetto preoccupato per un'eventuale cementificazione: «All'interno di un più ampio progetto di riqualificazione ambientale, si afferma che si interverrà con l'ennesima variante urbanistica per la realizzazione di lottizzazioni da adibire ad uso vacanza. E' fondamentale che il Prefetto lanci un monito all'attuale amministrazione a che, in questa ultima fase del mandato, si attenga al massimo rispetto delle regole evitando l'assunzione di decisioni che possano causare gravi effetti sul territorio». Se riprendiamo la delibera del 2000 viene specificato che è stato adottato in variante al Prg il progetto per la valorizzazione dell'area archeologica, poi un passaggio preoccupante: se nel termine di quattro anni dalla data della stipula della convenzione la variante di Prg non venisse approvata, l'area ceduta per il parco archeologico sarà indennizzata proporzionalmente a quanto non approvato con i valori della perizia di stima allegata.