Processo Don't touch, dopo 7 anni assolto Nathan Altomare

Processo Don't touch, dopo 7 anni assolto Nathan Altomare
di Elena Ganelli
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Mercoledì 7 Dicembre 2022, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 19:10

A distanza di sette anni dal suo arresto per Nathan Altomare, coinvolto nel 2015 nell'operazione Don't Touch', è arrivata l'assoluzione. Ad emettere la sentenza ieri il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Latina Giorgia Castriota davanti alla quale si è svolto il processo con rito abbreviato dopo che la posizione dell'imputato era stata stralciata dal procedimento nei confronti delle altre persone coinvolte nell'inchiesta.

Altomare era stato colpito da misura cautelare il 12 ottobre 2015 insieme ad altre 23 persone tra cui Costantino Cha Cha Di Silvio, Gianluca Tuma, Angelo e Salvatore Travali, ai quali venivano contestata tra l'altro l'associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni, usura, detenzione illecita di armi e lesioni aggravate, intestazione fittizia di beni e rivelazione di segreto d'ufficio.

L'ipotesi di reato contestata a Altomare era l'estorsione sulla base della denuncia del titolare di un centro sanitario di Latina, che aveva riferito di violente minacce per l'ottenimento di somme di denaro, accusa che l'indagato ha sempre respinto spiegando che le somme richieste rappresentavano quanto dovuto per stipendi non pagati essendo stato Altomare della struttura sanitaria e che non c'era stata alcuna minaccia.

L'indagato era stato rimesso in libertà dal Riesame e la Procura della Repubblica aveva chiesto due volte l'archiviazione del procedimento, richiesta alla quale si era sempre opposto il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario il quale aveva formulato un'imputazione coatta.

Ieri in preliminare il pm Valerio De Luca aveva chiesto l'assoluzione perché il fatto non sussiste, richiesta alla quale si era associata la difesa di Altomare, rappresentata dall'avvocato pasquale Cardillo Cupo. «E' la fine di una vicenda paradossale ha commentato alla fine il legale - che ha visto coinvolto un professionista per anni, sulla base di dichiarazioni pretestuose che avevano quale unico fine quello di non pagare degli stipendi legittimamente maturati, tanto da aver vinto nel corso degli anni tutte le azioni civili a tutela del suo credito». La difesa preannuncia anche la trasmissione degli atti alla Procura e una denuncia per calunnia e produzione di documentazione falsa.

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