Dirty Glass, la Procura ottiene il giudizio immediato

Dirty Glass, la Procura ottiene il giudizio immediato
di Elena Ganelli
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Mercoledì 16 Dicembre 2020, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 17:02

Prenderà il via il 9 febbraio prossimi davanti al Tribunale di Roma il processo a carico delle undici persone coinvolte nell'inchiesta Dirty Glass. I pubblici ministeri Claudio De Lazzaro, Luigia Spinelli e Barbara Zuin della Direzione Distrettuale Antimafia che ha condotto le indagini hanno infatti chiesto e ottenuto dal gip che il processo venga celebrato con giudizio immediato, allo stato delle prove e degli elementi raccolti, bypassando dunque l'udienza preliminare nei confronti di coloro che sono stati colpiti da misura restrittiva.

Si tratta dell'imprenditore Luciano Iannotta, 49 anni, ex presidente del Terracina Calcio ed ex presidente provinciale di Confartigianato, dell'imprenditore Luigi De Gregoris, di Pasquale Pirolo, Natan Altomare, tutti destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere; del colonnello dei carabinieri Alessandro Sessa, 55 anni, e del carabiniere Michele Lettieri Carfora, dell'imprenditore di Latina Franco Cifra, di Antonio e Gennaro Festa, Thomas Iannotta e Pio Taiani, finiti invece agli arresti domiciliari.

Nei loro confronti la Procura ipotizza a vario titolo reati in materia fiscale e tributaria, ma anche estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, falso, corruzione, riciclaggio, accesso abusivo al sistema informatico, rilevazioni di segreto d'ufficio, favoreggiamento reale, turbativa d'asta, sequestro di persona, detenzione e porto d'armi da fuoco.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Latina hanno preso il via da una denuncia presentata nel 2017 contenente delle minacce, poi risultate false, presentata da De Gregoris e sono state supportate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia: così è stato accertato che quella estorsione non era vera ma puntava a farne attribuire la responsabilità ad altri soggetti.

Gli accertamenti hanno quindi consentito di individuare una rete di relazioni attraverso cui gli indagati, soprattutto imprenditori della provincia di Latina ed altri di origini campane, gestivano le proprie attività commerciali realizzando profitti illeciti derivanti dall'acquisizione di beni distratti da società commerciali in dissesto, dalla turbativa di procedimenti di esecuzione e da attività di riciclaggio di proventi di attività delittuose.

Grazie alle intercettazioni è stato possibile scoprire che tali operazioni avevano il supporto di alcuni soggetti appartenenti alla pubblica amministrazione a disposizione degli indagati, nell'opera di acquisizione di informazioni coperte da segreto d'ufficio e strumentali a schermare le imprese criminali da eventuali indagini di polizia giudiziaria. Tutte accuse che hanno superato lo scoglio del Tribunale del Riesame. Iannotta peraltro è stato citato come teste dalla difesa di alcuni imputati del processo al clan Di Silvio Alba Pontina e dovrebbe essere ascoltato in aula nell'udienza del 22 dicembre come imputato di reato connesso.

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