Coronavirus, le tende scambiate per ambulatorio: «Scusate, qui fate le punture?»

Coronavirus, le tende scambiate per ambulatorio: «Scusate, qui fate le punture?»
di Giovanni Del Giaccio
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Venerdì 13 Marzo 2020, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 13:37
«Scusate, ma qui fate anche le punture vero?» La fila alla tenda pre-triage dell’ospedale “Santa Maria Goretti” non si ferma. I cittadini si mettono a debita distanza tra loro - almeno questo messaggio è passato - ma non tutti sono lì per i sintomi influenzali. Chiedono di tutto e magari fanno rallentare il lavoro nei confronti di chi, invece, può avere realmente bisogno.
La tenda è diventata - all’aperto - quello che era la sala del pronto soccorso fino a quando è scoppiata l’epidemia. Una sorta di luogo di ritrovo. Certo, nel dipartimento di emergenza nessuno va a chiedere prestazioni sanitarie - dalle punture, appunto, alle prescrizioni farmaceutiche - ma molti si accalcano per sapere se l’appuntamento in ambulatorio è confermato o avere notizie dei parenti portati in pronto soccorso. In questo, forse, un minimo di giustificazione c’è. Qui chiedono notizie di chi è un sospetto positivo, dei tamponi se sono stati fatti o meno, quanto tempo ci vuole e via discorrendo. Alla fine la tenda è scambiata per un servizio ambulatoriale o di informazioni, quando in realtà serve a tutt’altro. In questi giorni sono stati decine i casi di persone che avevano sintomi influenzali che sono state sottoposte a pre-triage e poi indirizzate o nella seconda tenda - quella di pre-isolamento in attesa del trasferimento dall’esterno a Malattie infettive - oppure rimandate a casa perché non c’erano riferimenti tali da sospettare l’influenza da Covid 19.
Se all’inizio - quando era stato reso noto che i risultati sarebbero stati forniti direttamente al “Goretti” - molti erano andati a chiedere di fare il tampone (che non si fa nelle tende) adesso è la volta di chi fa la fila per chiedere spesso cose che non c’entrano assolutamente nulla.
Il personale - che si alterna nei turni 24 ore su 24 - risponde a tutti con grande pazienza, spiega, ricorda a che serve quella struttura montata dai volontari della Protezione civile, usa tutta la cordialità possibile. Ma quelle tende servono ad altro, è bene che il messaggio passi chiaramente. Mettersi in fila se non si hanno nemmeno i sintomi di un’influenza è inutile e rallenta il lavoro nei confronti di chi ha bisogno.
 
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