Così i pm hanno inoltrato un «ordine di esibizione atti» sul noto video, da quasi un milione di visualizzazioni, su «cinque sfide pericolosissime», tra cui l'auto-soffocamento (detto 'blackout'), guardato poco prima di morire da Igor Maj, il 14enne trovato impiccato nella sua camera il 6 settembre scorso, nel capoluogo lombardo. Nell'inchiesta per istigazione al suicidio, condotta dalla Polizia postale e coordinata dal pm Cristian Barilli del dipartimento guidato dall'aggiunto Letizia Mannella, è stato iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto un 24enne di origine indiana, l'utente che avrebbe prodotto e caricato il video. Gli inquirenti, però, vogliono sapere da YouTube, che però non è indagata, se e come la piattaforma valutò quel video.
Nel filmato - la cui visione venne inibita ai maggiorenni da YouTube, ma solo dopo la morte del ragazzo e dopo un decreto di sequestro firmato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, con cui fu anche totalmente oscurato - le cosiddette «sfide», tra cui il il 'blackout', venivano presentate come «pericolosissime» ma in
modo beffardo, anche perché, allo stesso tempo, venivano descritte in tutti i dettagli.
La Procura, dunque, è in attesa che il "colosso" californiano, anche attraverso i suoi uffici legali in Italia, risponda alla richiesta.
Nel frattempo, è stato individuato nelle scorse settimane il giovane, residente nel Mantovano, che realizzò e caricò sul web il filmato, il quale interrogato si è difeso sostenendo che nel video lui sconsigliava di mettere in pratica quelle sfide. Gli inquirenti dovranno valutare se al 24enne sia possibile imputare l'istigazione al suicidio o se si sia trattato di un gioco sfuggito al controllo del 14enne fino alle estreme conseguenze, ma senza profili di responsabilità penale. Diversi e complessi, quindi, i profili giuridici attorno ai quali ruota l'indagine milanese.
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