Vongole e cozze, ecco perché la siccità le sta distruggendo. «Killer dal mare, dovremo importarle»

I produttori: "La cozza e la vongola della Sacca sono molto in ritardo perché manca il nutriente che dovrebbe arrivare con l'acqua del Po"

Vongole, ecco perché la siccità le sta distruggendo: «Dovremo importarle dall'estero»
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Giovedì 30 Giugno 2022, 15:15 - Ultimo aggiornamento: 15:41

Vongole e cozze fortemente a rischio. La siccità sta causando gravi problemi in tutta Italia, ma soprattutto nell'area del Po. Il delta è infatti una zona mista in delicato equilibrio tra mare e acqua dolce del fiume. L'equilibrio è fortemente compromesso in questi giorni con il cosiddetto cuneo salino che è penetrato nell'entroterra sino a 30 chilometri. In parole più semplici, è il mare ad avanzare oggi nel Po e non viceversa.

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Cosa sta accadendo nel Po

La siccità sta mettendo in ginocchio la molluschicoltura nel Delta del Po, che si estende per la maggior parte in Veneto, nei comuni di Rosolina, Porto Viro e Porto Tolle, in provincia di Rovigo - la parte più meridionale è in provincia di Ferrara - «Siamo in una sacca, abbiamo il mare vicino che entra, non piove e l'acqua è troppo salata per le vongole - dice Stefano Lazzarin, pescatore 54enne di Rosolina - Questa mattina abbiamo misurato la salinità, era del 33 per mille quando dovrebbe essere sui 20-25 per mille. Acqua di mare nella laguna, non va bene». Un pescatore più giovane, Samuele Righetti, 26 anni, di Lagosanto (Ferrara), che alleva vongole nel rodigino, è altrettanto allarmato: «sono tanto preoccupato, la moria in corso ha colpito la semina delle vongole, che è più forte e resistente, se parte anche il prodotto maturo che è un pò più debole il problema diventa enorme. La semina diventa prodotto maturo entro un anno e mezzo, se viene compromessa perderemo la produzione dell'anno prossimo. E senza vongole non si guadagna, abbiamo investito soldi per comprare questa semina».

Alessandro Faccioli di Coldiretti Finpesca parla per tutta la categoria, soprattutto per l'area di Rosolina e Porto Viro: «abbiamo degli ambienti di transizione, le lagune d'acqua salmastra, idonee all'allevamento della vongola verace, con una salinità ottimale, che però adesso abbiamo perso. Sono diventate un braccio di mare, per la mancanza di piogge, perché nei fiumi non arriva la quantità di acqua dolce che va a mitigare la presenza del sale nelle lagune, anche per la risalita del cuneo salino nei fiumi stessi. Abbiamo zone con una salinità del 35 per mille. Siamo ad un 30-40% di prodotto perso, ma i numeri possono aumentare». Così il tema diventa subito quello occupazionale. «Abbiamo 1.500 addetti a Porto Tolle, 350 a Porto Viro e Rosolina, 500 circa a Chioggia - riassume Faccioli - Questa cosa sta minando un'economia intera. E parliamo solo di molluschicoltori; c'è poi l'indotto, e chi non riesce più ad andare in mare con i pescherecci per il caro gasolio. Dovremo rinunciare alle nostre vongole e cozze, le dovremo importare dall'estero, con una tracciabilità minore della nostra. Una situazione drammatica».

 

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Per le ampie lagune di Porto Tolle, tra cui la Sacca di Scardovari, parla il presidente del Consorzio cooperative pescatori del Polesine, Luigino Marchesini: «la cozza e la vongola della Sacca sono molto in ritardo perché manca il nutriente che dovrebbe arrivare con l'acqua del Po. Ma è solo uno dei problemi. Ce ne sono altri oltre alla siccità, ben più gravi. Servono i lavori di vivificazione, cioè serve scavare i canali, che sono come le arterie di un essere umano; l'acqua deve girare, invece c'è troppa sabbia, le bocche sono chiuse, i canali sono chiusi. A Scardovari gira meno l'acqua e stiamo aspettando che le cozze si maturino. A luglio dovremmo aver già finito la campagna delle cozze, invece ne manca ancora il 40%».

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