Terremoto a Marradi, la maledizione della Romagna già devastata dall’alluvione. I residenti: «La scossa più forte di sempre, abbiamo paura»

I residenti: "Ho 50 anni, di scosse di terremoto a Forlì ne ho sentite tante ma quella di questa notte è stata la più forte di sempre"

Terremoto a Marradi, la maledizione della Romagna già devastata dall’alluvione. I residenti: «La scossa più forte di sempre, abbiamo paura»
di Mauro Evangelisti
4 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Settembre 2023, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 13:39

C’è un piccolo comune in Romagna, Tredozio, che a maggio per l’alluvione rimase isolati dieci giorni e questa notte è stato colpito duramente dal terremoto che ha reso inagibile diversi edifici, compreso il municipio. Ci sono quartieri di Forlì che a maggio furono devastati dall’alluvione, la settimana scorsa sono stati di nuovo allagati a causa di forte precipitazioni: questa notte gli stessi cittadini sono fuggiti per strada perché la scossa con epicentro a Marradi (nella valle del Lamone) si è sentita in modo molto violento, anche se per fortuna non ha causato danni.

Dicono in Romagna: «Ho 50 anni, di scosse di terremoto a Forlì ne ho sentite tante in vita mia, ma quella di questa notte è stata la più forte di sempre», «ah, è proprio un bell’anno questo 2023».

E c’è chi cercando aiuto nell’ironia romagnola ricorda che questa estate dall’aeroporto di Forlì c’era un volo diretto per Lourdes, «forse avremmo dovuto prenderlo tutti». Proprio all’aeroporto Luigi Ridolfi questo pomeriggio, salvo cambiamenti di programma, è atteso l’aereo che porterà a Forlì il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, insieme al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, inaugurerà l’anno scolastico in una delle città martoriate dalla doppia alluvione di maggio.

Scuole chiuse a Marradi e Borgo San Lorenzo dopo il terremoto. Aperte a Ravenna, Forlì e Faenza

La maledizione della Romagna

Ecco, non solo a Forlì, ma in tutta la Romagna dove questa notte la scossa di terremoto ha convinto molte persone a fuggire per strada, ora si parla di una maledizione senza fine. Ci sono stati gli anni del Covid, che hanno coinvolto tutto il pianeta, poi a maggio ci sono state due alluvioni, il 3 e il 16-17. Come se non bastasse una improvvisa e molto intensa pioggia la settimana scorsa ha causato allagamenti proprio nei quartieri di Forlì ancora in ginocchio per le precedenti alluvioni, Romiti e San Benedetto. «E questa notte ci siamo svegliati nuovamente con la paura - raccontano - per un terremoto che sembrava non volere finire mai». In questi quartieri ci sono state proteste dei comitati per il ritardo degli aiuti e perché si teme che i lavori di messa in sicurezza del territorio per prevenire nuovi allagamenti vadano a rilento.

Il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, questa mattina ha svolto un sopralluogo in una scuola ai Romiti, per fortuna non c’erano segni che rendessero necessaria la chiusura nonostante le centinaia di chiamate ricevute al 115 dai vigili del fuoco.

Nei comuni della vallate, ancora in estrema difficoltà a causa dei danni che causarono le frane e gli smottamenti alle strade nei giorni dell’alluvione, sono invece state chiuse le scuole. Racconta Francesco Tassinari, il sindaco di Dovadola, cittadina nella valle del fiume Montone: «Nelle nostre scuole c’è qualche crepa, ma non dovrebbero esserci problemi di agibilità. Però ho scelto di sospendere le lezioni perché per tutta la mattinata ci sono state scosse di assestamento e i ragazzi sarebbero dovuti uscire chissà quante volte. Noi resistiamo, stringiamo i denti, ma abbiamo ancora strade da recuperare completamente dopo i danni dell’alluvione ed è inutile negarlo, i fondi stanziati stanno arrivando con molto ritardo». Proseguendo a Rocca San Casciano e Portico scuole chiuse, ma le preoccupazioni più rilevanti, con edifici evacuati, sono nella vallata vicina, sempre in provincia di Forlì-Cesena a Tredozio e Modigliana, due cittadine che per settimane erano state quasi irraggiungibili perché con l’alluvione le strade erano franate. 

Racconta Simona Vetina, sindaca di Tredozio, nella valle del Tramezzi «C’è stata molta paura. Noi abbiamo aperto il Coc (centro operativo comunale), al palasport. Siamo anche reduci dall’alluvione, Tredozio è stato uno dei comuni più colpiti quattro mesi fa, siamo rimasti isolati per dieci giorni e i beni di prima necessità arrivavano con l’elicottero. Ora le due scosse di terremoto hanno causato diversi problemi strutturali a edifici pubblici e privati. Abbiamo anche evacuato una parte della casa di riposo. Il palazzo comunale è inagibile».

© RIPRODUZIONE RISERVATA