Saman Abbas, il fratello Ali: «Ho sentito mio padre dire scavare e passare dietro le telecamere»

«Voglio parlare, voglio dire tutta la verità», ha detto il ragazzo, annunciando la decisione di rispondere alle domande

Saman Abbas, il fratello: «Ho detto una bugia perché mio padre mi disse di non dire nulla»
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Martedì 31 Ottobre 2023, 13:08 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 18:27

Giura di voler dire tutta la verità il fratello di Saman Abbas. Perché ce n'è stata una parziale? Va avanti il processo per ricostruire l'omicidio della diciottenne di Novellara, di origini pakistane, morta nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021. Si sta svolgendo a Reggio Emilia e ha già messo in evidenza contraddizioni e punti ancora molto oscuri. Gli imputati sono cinque familiari della giovane: i genitori (la madre latitante), lo zio e due cugini.

Il fratello di Saman sta rispondendo alle domande. Ha detto di non aver parlato prima perché avevo paura del padre e dello zio e perché il genitore gli aveva detto esplicitamente di non dire niente sui cugini.

Poi il ragazzo ha raccontato di aver afferrato delle parole strane passando per caso davanti alla camera da letto dei genitori. «Un giorno mi hanno mandato giù a fare il the. Loro (papà, mamma, Noman e altri due, Ikram e Danish) erano in camera da letto. Stavo sulle scale e ho ascoltato, ho sentito mio padre dire una volta "scavare e passare dietro le telecamere"», ha spiegato. 

Omicidio di Saman Abbas, il fratello: «Ho detto una bugia»

Ali Heider, il fratello di Saman, non è indagato. È stato fatto entrare prima dell'ingresso dei parenti e viene sentito dietro ad un doppio paravento. T-shirt nera, pantaloni grigi, è assistito dall'avvocato Valeria Miari. 

«Voglio parlare, voglio dire tutta la verità», ha detto il ragazzo, annunciando la decisione di rispondere alle domande.

Questo, dopo l'ordinanza della Corte di assise reggiana che aveva dichiarato inutilizzabili le dichiarazioni del giovane in precedenza, tra maggio e giugno 2021, perché, secondo i giudici, doveva essere iscritto nel registro degli indagati.

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Quando in passato affermò che i suoi cugini non c'entravano nulla «ho detto una bugia perché mio padre mi disse di farlo», «Mi ha detto di non dire niente». Il fratello di Saman ha risposto così, nell'aula dell'assise di Reggio Emilia, alle domande dell'avvocato dell'imputato Nomanhulaq Nomanhulaq, suo cugino.

Ali, infatti, sentito dopo la scomparsa della sorella, disse ai carabinieri che i cugini non c'entravano, che non avevano fatto niente. 

«Io da piccolo avevo paura di mio padre e di mio zio», ha aggiunto. «Quando sono andato dall'altro giudice - ha continuato - ho detto che non hanno fatto niente, ero costretto da mio padre».

Quando avvenne? «Non lo ricordo. Ma prima e dopo mi hanno chiamato e detto di non dire niente dei cugini».  

Qualcuno ti aveva detto che Saman era stata seppellita? «Sì». E chi te lo aveva detto? «Noman, gli avevo chiesto io, perché volevo abbracciare mia sorella. Ma l'ho chiesto anche allo zio, prima di partire per Imperia». È la risposta di Ali Heider, che si è riferito al cugino, Nomanhulaq Nomanhulaq e allo zio Danish Hasnain, entrambi imputati per l'omicidio della ragazza.

Nei giorni successivi alla scomparsa della ragazza, maggio 2021, il giovane partì per la Liguria, insieme allo zio, ma venne fermato ad un controllo e portato in una comunità per i minorenni, all'epoca era sedicenne. Lo zio invece lasciò l'Italia e venne rintracciato in seguito, mesi dopo, in Francia. E perché di questo, ha domandato l'avvocato di Nomanhulaq, non parlasti negli interrogatori al pm e ai carabinieri? «Perché non mi dissero di preciso dov'era, solo che era sotto terra. E sempre per la questione di mio papà, avevo paura di lui».

L'audizione prosegue, con continue richieste sulle dichiarazioni fatte in precedenza dal giovane testimone, davanti agli investigatori e poi davanti al giudice in incidente probatorio, tra maggio e giugno 2021. Per facilitare la comprensione delle domande, le parti si rivolgono al giovane pachistano con il "tu".

«Scavare e passare dietro le telecamere», le parole ascoltate dal ragazzo per caso

«Un giorno mi hanno mandato giù a fare il the. Loro (papà, mamma, Noman e altri due, Ikram e Danish) erano in camera da letto. Stavo sulle scale e ho ascoltato, ho sentito mio padre dire una volta "scavare e passare dietro le telecamere"», ha detto Ali rispondendo alle domande dell'avvocato Luigi Scarcella, difensore di uno dei due cugini di Saman Abbas. «Dopo la morte di Saman - ha poi detto il fratello della giovane pachistana uccisa - sono tornato a Novellara coi carabinieri. Abbiamo cercato dove potesse essere (Saman). Sapevo che era stata seppellita perché quando ero a casa, prima di partire per Imperia, avevo chiesto a Nomanulhaq (il cugino, ndr) dove fosse perché volevo abbracciarla per l'ultima volta. Non mi ha detto di preciso dove fosse, ma solo che era sotto terra. E non l'ho detto sempre per papà, perché avevo paura».

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