Apre il primo museo dell'oggetto ritrovato in Italia: è Micro, si trova nel Riminese

I frammenti di cose abbandonate vengono promossi a pezzi da esposizione

Apre il primo museo dell'oggetto ritrovato in Italia: è Micro, si trova nel Riminese
di Giampiero Valenza
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Lunedì 18 Dicembre 2023, 20:08

Le cose perse e ritrovate sono state promosse a pezzi di museo. Accade a Verucchio, in provincia di Rimini, dove è stato aperto “Micro-Museo dell'oggetto ritrovato”. Si tratta del primo del genere in Italia.

Il museo sorge nel Torrione delle Mura di San Giorgio e rappresenta una riflessione unica e profonda sul rapporto tra l'uomo, gli oggetti e lo scorrere del tempo. Ogni oggetto ha una storia da raccontare, offrendo una prospettiva unica sul passato e sulle interazioni umane con il mondo fisico.

L’esposizione è il frutto di anni dedicati dall'artista Gabriele Geminiani alla raccolta e alla conservazione di oggetti e frammenti ritrovati, nell’attesa di dare loro un riscatto: dai reperti rinvenuti sul letto del fiume Conca, alle scoperte lungo le coste dell'Adriatico dopo tempeste invernali, fino ai ritrovamenti nei cosiddetti "non luoghi" come periferie urbane, stazioni ferroviarie, piazze e bordi delle strade. Prima di approdare in uno spazio museale, questa sensibilità nei confronti dell’oggetto perduto e dimenticato ha portato a opere di alto valore artistico, come lo spettacolo teatrale Anime Salve, l’omonima mostra e il progetto degli Archivi Sostenibili dell’Arte.

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“Mezzo secolo fa gli oggetti nascevano per durare e gli si conferiva una sorta di anima, ma oggi il rapporto con loro è totalmente ‘anaffettivo’, perché non ne percepiamo il valore. Sono oggetti omologati a una vita effimera, non facciamo in tempo ad affezionarci che sono già nel bidone, sostituiti da altri identici a loro”, spiega Gabriele Geminiani. “Oggi ci hanno portato a considerare il problema dei rifiuti come una questione di differenziazione e di recupero, quando il problema è esattamente a monte: ridurre il consumo delle merci è possibile nel momento in cui si torna a dare valore alle cose, facendole fuoriuscire dal concetto di oggetti effimeri dotati di una obsolescenza precoce quanto programmata”.

Una caratteristica peculiare del museo (spin off del San Marino e Montefeltro green festival, ideato da Geminiani stesso) è la sua sezione dedicata all’editoria delle cose, dove alcuni libri, realizzati anche con tecniche di stampa tradizionali e apprezzati sia da collezionisti d’arte che da bibliofili, raccontano le storie degli oggetti esposti.

L'approccio del Micro - Museo dell’Oggetto Ritrovato è altamente interattivo, dinamico e collaborativo, e coinvolge artisti, poeti, fotografi e altri creativi che interpretano la collezione in modo personale, arricchendola con i loro linguaggi artistici. 

All’interno trovano spazio La Galleria Sospesa, che ospiterà mostre di immagini oppure oggetti sospesi dalle travi del soffitto; La Bacheca degli oggetti viaggiati, ovvero cose ritrovate da amici di Geminiani e spediti di loro iniziativa via posta al suo indirizzo di casa; L'Ospedale dei Soldatini, una piccola bacheca con all'interno un'infinità di soldatini di genere differente, mutilati e ridotti in brandelli.

Lo spazio espositivo del Micro non si ferma alle sue mura: attraverso l’ausilio di webcam, presto parti dell’abitazione privata di Gabriele Geminiani saranno trasformate in sale virtuali del museo, offrendo così una visione intima e personale delle collezioni. 

Il museo si impegna inoltre nell'educazione e nella divulgazione, attraverso l’organizzazione di workshop, laboratori e mostre. Le collaborazioni con istituti accademici come l'Accademia di Belle Arti e l'Isia di Urbino, e i gemellaggi con altri musei, rafforzano la sua rete culturale e la sua missione di preservare e valorizzare oggetti che altrimenti sarebbero dimenticati.

Madrina d’eccezione del piccolo museo che celebra le piccole cose perdute e ritrovate è Grazia Francescato, attivista e giornalista ambientale che, impossibilitata ad essere presente, ha inviato un bellissimo videomessaggio ai presenti. Soddisfatta la sindaca di Verucchio Stefania Sabba che nell’insolito progetto ha creduto sin dal primo momento, intravedendo in esso il principio di un’offerta culturale che vada a richiamare un target di turisti sempre più in cerca di cose di nicchia e particolari.  

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