Martina Improta capotreno a 20 anni sulla Circumvesuviana: «Le aggressioni? Non ho paura, so essere determinata»

Il racconto della neo assunta: "Ho cercato di guadagnarmi questo contratto con grande impegno"

Martina Improta capotreno a 20 anni sulla Circumvesuviana: «Le aggressioni? Non ho paura, so essere determinata»
di Francesco Gravetti
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 17:31

NAPOLI - Tutta la vita (o quasi) in due anni: la maturità, il concorso e, infine, la firma sotto il contratto. Martina Improta ha compiuto venti anni giusto due mesi fa, a settembre, e non sogna di fare l'influencer come tanti suoi coetanei: ha sempre sognato di fare il capotreno, passare da un convoglio all'altro, controllare i biglietti. Un sogno che ora si è realizzato: Martina è uno dei 21 capitreno che ieri hanno firmato il contratto negli uffici dell'Eav, dopo un concorso iniziato a settembre del 2022. Su 21 vincitori, 8 sono donne e lei è la più giovane, con i suoi venti anni appena festeggiati. Tutti insieme hanno fatto una foto col presidente Umberto De Gregorio, che ha esibito con orgoglio il personale di fresca nomina: «Abbiamo sforato quota 1.200 assunzioni negli ultimi 5 anni. Più di un dipendente su tre è neoassunto, moltissime sono le donne», ha spiegato il manager. Il fatto è che in Eav (e in particolare in Circumvesuviana) i capitreno mancano, al pari dei macchinisti. Per coprire tutti i turni si fa sistematicamente ricorso allo straordinario, con un aggravio di spese e una serie di problemi organizzativi. Ecco perché le new entry vengono salutate come un successo ed ecco perché il caso di Martina suscita un certo entusiasmo anche in azienda. 

Capotreno a venti anni, è un po' strano. Altri alla sua età magari hanno altri obiettivi. A lei come è venuta l'idea di partecipare al concorso?
«È vero, può sembrare strano. Mi rendo conto che sognare di fare il capotreno non è una prospettiva usuale.

Ma io ho sempre desiderato raggiungere questo traguardo. Mia sorella lavora nel settore e a me è sempre piaciuta la prospettiva di lavorare nei trasporti pubblici. È una idea che mi entusiasma, anche perché ci vuole una buona dose di responsabilità, non è un lavoro da affrontare con superficialità. Ma è stata proprio questa forte volontà che mi ha spinta a partecipare al concorso e, per fortuna, a vincerlo».

Prima di questo lavoro ne ha fatti altri?
«Io mi sono diplomata al liceo scientifico due anni fa, poi ho partecipato al concorso, ho studiato tanto e oggi mi ritrovo qui: non c'è stato nemmeno il tempo di pensare ad altro. L'iter è stato lungo e per certi versi complicato, abbiamo cominciato oltre un anno fa e finito soltanto adesso. Certo, nel corso della mia adolescenza mi è capitato di fare la baby sitter, l'animatrice durante le feste, ma erano tutti lavori sporadici, occasionali. In Eav ho firmato il primo contratto della mia vita».

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Ed era emozionata quando ha messo la sua firma sotto il contratto?
«Certo che sì. Mi rendo conto che si tratta di un momento importante per la mia carriera, nonostante la mia giovane età. Non lo nascondo: l'emozione è stata forte, fortissima».

In tempi in cui si dice che il posto fisso non esiste più, lei ora entra in un'azienda solida. Si sente una donna privilegiata?
«Mi sento sicuramente fortunata, ma ho anche studiato tanto per raggiungere il traguardo. Ho cercato di guadagnarmi questo contratto con grande impegno. Io non sono iscritta all'Università, dopo il diploma ho pensato solo a fare bene il concorso nel migliore dei modi, senza dedicarmi ad altro».

Quando salirà sul primo treno?
«È ancora presto. Adesso ci sarà il periodo di formazione, poi quello di affiancamento e tra qualche mese potrò fare il capotreno. È un percorso lungo, ma è giusto che sia così: ci sono delle responsabilità e dei compiti ben precisi da assolvere».

Ogni giorno (o quasi) leggiamo di macchinisti e capitreno aggrediti, di raid ai danni dei treni, di balordi che seminano il panico. Lei non ha paura?
«Io non ho paura perché conosco il mio carattere. So di essere determinata, so quel che voglio e non credo che mi farò intimorire. Non sottovaluto nulla e sono certo che questo mi aiuterà».

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E poi, e poi?
«E poi sono sicura che i miei colleghi mi aiuteranno se dovessi avere difficoltà. Ho fiducia in loro».

Gli atti vandalici e le aggressioni sono anche il segno di una mancanza di rispetto verso i beni pubblici, lei si è fatta un'opinione in merito?
«Io trovo assurdo che non ci sia la consapevolezza di quanto sia importante rispettare il trasporto pubblico, i treni e il personale. Cercherò di dare il mio contributo facendo passare questo messaggio, per quello che mi è possibile. Cercherò di indurre la gente ad avere maggiore rispetto per il servizio pubblico».

Si sposterà parecchio per lavorare?
«Io sono di Napoli, vivo in città. Ma mi hanno detto che sono destinata alla Circumvesuviana: la cosa non mi spaventa, mi sento pronta. Non vedo l'ora di cominciare». 

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