Luana Coppini, titolare dell'azienda di Prato in cui lavorava Luana D'Orazio, la 22enne morta sul posto di lavoro lo scorso 3 maggio, esprime la sua volontà di sostenere la famiglia e il figlio di 5 anni della vittima. «Voglio far sapere che intendo esprimere il mio dolore attraverso l'impegno per la famiglia di Luana ed il suo piccolo. - afferma la titolare dell'azienda di Montemurlo - Impegno che voglio tradurre in atti concreti da subito in ogni contesto e sede. Non mi sottrarrò ai miei doveri né al confronto nelle sedi appropriate anche per capire come possa essere avvenuto questo dramma».
Morta sul lavoro a Prato, due indagati per il decesso di Luana
La titolare esprime poi il suo cordoglio per la morte in fabbrica della giovane mamma: «Il dramma che stiamo vivendo ci colpisce profondamente e di fronte a tutto questo è difficile trovare le parole», «Alle macchine lavoro anch'io», mio figlio e mio marito»: è quindi «la solidarietà anche di una compagna di lavoro».
L'INCIDENTE - Luana è stata letteralmente inghiottita dai subbi, i rulli, dell'orditoio: quel macchinario industriale che prepara l'ordito, cioè lo stato primordiale dei tessuti. In ditta c'erano due orditoi, ora sequestrati.
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