Luana D'Orazio, gara di solidarietà per il figlio. «Ora sa che la mamma è volata in cielo»

Luana, gara di solidarietà per il figlio. «Ora sa che la mamma è volata in cielo»
di Claudia Guasco
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Giovedì 6 Maggio 2021, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 05:01

Luana D'Orazio non c'è più, lunedì è morta stritolata dall'orditoio dell'azienda tessile di Prato in cui lavorava. Aveva 22 anni e lascia un figlio di cinque, faceva l'operaia in fabbrica per assicurargli un futuro. Qual bambino ha toccato il cuore e sono già migliaia le offerte di aiuto economico. Una petizione su Change.org per creare borse di studio fino all'università ha raccolto quasi 24 mila firme.

 

«C'è stata una mobilitazione spontanea da parte di tante persone e associazioni - spiega il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi - Di fronte alle tante richieste arrivate, abbiamo deciso, in accordo con il sindaco di Montemurlo e con il consenso della famiglia, di seguire un'unica strada, un'unica raccolta fondi, che è quella di Una donazione per Luana».
PROTEZIONE RIMOSSA
Lunedì si svolgeranno i funerali, con lutto cittadino. «Non mi sottrarrò ai miei doveri né al confronto nelle sedi appropriate anche per capire come possa essere avvenuto questo dramma», afferma la datrice di lavoro della giovane, Luana Coppini. La ditta è a conduzione famigliare, la titolare con marito e figlio si alternano nei turni alla produzione con i dipendenti. Luana Coppini è indagata con l'addetto alla manutenzione per omicidio colposo e rimozione dolosa della saracinesca protettiva della macchina da cui è stata risucchiata Luana e domani verrà assegnata la consulenza tecnica sull'orditoio.

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Secondo quanto è emerso dalle prime analisi, la saracinesca di protezione sarebbe stata trovata alzata. È un meccanismo che serve proprio a impedire che l'addetto che vi lavora possa essere agganciato e trascinato dentro. Gli inquirenti vogliono capire perché non fosse al suo posto e contestando l'articolo 437 ipotizzano che fosse volutamente tenuta sollevata. Una rimozione che, in base a quanto spiegano gli inquirenti, in alcune aziende tessili viene effettuata per semplificare le procedure di lavoro. Altro elemento al vaglio dei pm è la fotocellula di sicurezza: posta davanti al macchinario, lo spegne automaticamente quando ci si avvicina troppo.

Ma in questo caso non ha funzionato, da capire se perché non inserita o guasta.

I colleghi che erano presenti il giorno dell'incidente sono già stati ascoltati dagli investigatori. Secondo una prima ricostruzione, Luana D'Orazio sarebbe rimasta impigliata nel rullo del macchinario a cui stava lavorando venendo poi trascinata. Accanto a lei c'era un collega in quel momento girato di spalle: quando si è voltato ha visto quello che era successo ma ha detto di «non aver udito grida di aiuto». Emma Marrazzo, madre di Luana, ha dovuto affrontare il compito più duro, dire al nipotino che non vedrà più la sua mamma. «Il delicato compito racconta è toccato alla mia migliore amica, che gli ha spiegato, come si può fare con un bambino di quell'età, che la sua mamma non tornerà, che è volata in cielo».

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