Lockdown, dallo chef all'attrice: quelli che resistono: «Ecco come faremo per sopravvivere»

Gli italiani che non si arrendono
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Martedì 27 Ottobre 2020, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 16:48

Dietro ogni problema si sa, si nascondono anche delle opportunità. Per coglierle però servono creatività e coraggio. Due caratteristiche che, per fortuna, da sempre appartengono all'imprenditoria italiana. E così, se il nuovo Dpcm rischia di mettere in ginocchio le loro attività, ci sono chef, direttori d'orchestra, birrai, istruttrici di fitness e attrici che rispondono alla crisi senza scendere in piazza per protestare. Dalla posizione tutto sommato privilegiata di chi è abbastanza solido per affrontare una crisi con lucidità, in molti stanno provando a creare un'alternativa alla loro attività ordinaria oppure rispolverano le intuizioni che li hanno aiutati già qualche mese fa. Servizi e idee innovative utili per andare incontro al cliente, non solo portando un servizio a domicilio, ma ricreando atmosfere ed esperienze. Per cui lo chef ti mostra come completare un piatto stellato con le sue preparazioni inviate direttamente a casa e il direttore d'orchestra si organizza per le prove in streaming. Il birraio abbina la pinta migliore alla cena del cliente offrendo anche una consulenza telefonica e l'attrice di teatro punta a portare uno spettacolo nei cortili delle scuole.

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Lo chef: «Take away e il cliente rifinisce il piatto: io lo guido sui social»

Alle 20, in diretta su Instagram, Lorenzo Careggio spiega come rigenerare il menù arrivato a casa in un box sigillato. É la soluzione che il giovane chef, allievo del Tre stelle Niko Romito, ha adottato dopo la forzata chiusura serale del suo ristorante a Torino. «Il cliente spiega - sceglie uno dei due menù, onnivoro o vegetariano, e i piatti gli arrivano sottovuoto, cotti e garantiti dalla catena del freddo. Possono anche resistere due-tre giorni».
I clienti completano il suo lavoro?
«Sì, abbiamo infatti chiamato il servizio EraWay, misto tra il nome del nostro ristorante EraGoffi e il concetto di take away. Una nuova strada che porta la cucina gourmet a casa garantendo la stessa qualità».
A che prezzi?
«Inferiori del ristorante. Due piatti e un dolce consegnati a casa costano 35 euro, invece dei 45-50 seduti da noi. Se ordini anche una pizza (pure questa da rigenerare), sono 80 euro totali per due persone. Al piacere del cibo si aggiunge quello di cucinare e risparmiare».
I tempi?
«La prenotazione entro le 18 e noi consegniamo a Torino entro le 20, in tempo per la mia diretta che comunque può essere vista anche dopo (è caricata su Vimeo).

Per rifinire un piatto bastano 5-10 minuti. Molto meno se si tratta di verdure; per un primo, serve giusto il tempo della cottura della pasta. E' tutto semplicissimo. Nella fase sperimentale in primavera nessun problema». (Carlo Ottaviano)

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Il birraio La scommessa di Luca: abbinamenti e corsi di degustazione

Birrerie, cocktail bar, locali specializzati nell'happy hour sono i più penalizzati. «Noi però - afferma Luca Tosato, general manager di Birra del Borgo - pensiamo di aver messo a punto un modello vincente». Nata nell'alta Valle del Salto, in provincia di Rieti, Birra del Borgo ha una Osteria in zona Prati a Roma, il Bancone di mescita a Piazza Bologna e nello stabilimento produttivo. Tutti serrati alle 18. «La parola d'ordine del nostro delivery è abbinamento», afferma Tosato. Il servizio di consegne di pizze e piatti pronti darà suggerimenti agli utenti che vogliono cimentarsi con il pairing (l'abbinamento cibo/bevanda), veri e propri mini-corsi di degustazione telefonici per il cliente. «Per esempio - spiega - per l'aperitivo suggeriamo la soluzione Equilibrista, fatta con mosto d'uva e mosto di birra». Per non perdere il piacere della birra appena spillata è stata trovata una soluzione. «Si chiama Litrone - racconta Tosato - ed è un barattolone da un litro, confezionato al momento con una speciale macchina riempitrice, che mantiene la temperatura fresca. É una nostra innovazione. Costa tra i sei e gli otto euro». Infine, lo chef Luca Pezzetta preparerà gli impasti delle pizze da rigenerare e farcire, dando le istruzioni al momento della prenotazione. «A casa conclude il manager - non arriverà così una normale pizza al cartone, ma da rifinire e rendere calda al punto giusto». (Carlo Ottaviano)

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L'istruttrice «La palestra è chiusa? Attrezzi a noleggio e lezioni via Skype»

Attrezzature a noleggio e lezioni via Skype. Così Laura Filipponi, titolare della palestra nel centro di Roma Lungotevere Fitness, spera di resistere al mini lockdown. Un sistema collaudato durante la prima chiusura: «Stiamo facendo del nostro meglio per non mollare, è un ulteriore tentativo». Gli iscritti alle lezioni di Yoga e Pilates possono perciò continuare ad allenarsi attraverso Skype. Collegandosi da casa con il personal trainer che li guida. Anche se: «Ho investito 70mila euro da marzo a oggi per adeguarmi ai nuovi dispositivi sanitari e alle norme anti contagio - precisa la titolare - nessuno mi ha aiutato e non ho visto un euro dallo stato. Un'iniziativa anche per i miei lavoratori, con questo sistema spero di non dover chiudere l'attività». Gli abbonati inoltre possono noleggiare le attrezzature. Anche in questo caso, è il centro sportivo che si assume l'onere di trasportare cyclette e tappetini: «Portiamo tutto a casa dei nostri abbonati, con un kit di allenamento che comprende pesi e attrezzi». Il necessario per proseguire l'attività sportiva: «Fino all'ultimo ho sperato che non ci fossero nuove chiusure - conclude Laura - queste sono iniziative per scongiurare la fine. Spero siano sufficienti per non arrivare al fallimento». (Flaminia Savelli)

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L'attrice «Porteremo lo show davanti ai bambini delle elementari»

Neanche il tempo di riaprire la stagione del Teatro Biondo di Palermo, che dirige, e Pamela Villoresi si trova di nuovo nelle condizioni di dover tessere a distanza una relazione con gli spettatori.
Come coinvolgerli?
«Rientreremo nel digitale, che durante il lockdown ha funzionato: laboratori e prove verranno filmati, montati e condivisi sui social».
Se gli spettatori non possono venire a teatro, non si può andare da loro?
«Lo faremo con Pinocchio, spettacolo per bambini. Andremo nei cortili delle scuole elementari».
Si aspettava questa chiusura?
«Immaginavo che saremmo stati premiati. Su 347.262 spettatori nei teatri italiani, dal 15 giugno al 10 ottobre, si è ammalata di covid soltanto una persona. Siamo molto amareggiati,, ma non possiamo che adeguarci».
Lo spettacolo in cui interpreta Frida Khalo, “Viva la vida”, è stato interrotto due volte: ad inizio lockdown e adesso.
«Ma almeno stavolta abbiamo fatto 5 repliche! Sposteremo le altre a gennaio, intanto facciamo un laboratorio».
Chi è la sua Frida?
«Il nostro capobranco, la timoniera. E glielo dice una che fa canottaggio»..
Il più grande rischio del momento?
«Dare sfogo alla rabbia. Dobbiamo restare uniti e aguzzare l’ingegno».
(Katia Ippaso)

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Il direttore d'orchestra: concerti in streaming e registrazione di cd

Domenica sera ha diretto il suo ultimo concerto, la Petite messe solennelle di Rossini al Teatro Fraschini di Pavia. E adesso? Giulio Prandi, 42 anni, è il direttore d'orchestra del Centro di Musica antica della Fondazione Ghislieri, una delle realtà musicali italiane più attive nel campo della ricerca, produzione e diffusione della musica settecentesca. Per Prandi, come per tutti i suoi colleghi musicisti italiani, adesso si prospetta una pausa forzata di un mese. «La situazione dei musicisti è drammatica, perché non c'è adeguata protezione sociale. La stragrande maggioranza sono indipendenti e quindi non hanno neanche la cassa integrazione: comprendono la gravità della situazione, ma devono essere tutelati». Cosa fare? «Non interrompere l'attività. Il decreto non vieta di lavorare, ma l'attività con il pubblico. Se si sta preparando un concerto, nei limiti del possibile si portino avanti le prove ed eventualmente lo si faccia in streaming, anche se non è la stessa cosa. Lo stato deve dare misure di protezione sociale e i produttori, ove possibile, devono proseguire l'attività: vogliamo organizzarci con concerti in streaming e registrazioni di dischi. Il governo ha perso un'occasione clamorosa nel non tenere aperti i presidi della cultura, che oltretutto hanno fatto grandi investimenti per la sicurezza». (Luca della Libera)

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