Klodiana Vefa uccisa dal marito. I figli, il doppio lavoro e le foto sui social: «Sono fatta di cemento e vetro soffiato»

Le amiche: "Una splendida, lui invece era un violento". Prosegue la caccia all'uomo

Klodiana uccisa dal marito. I figli, il doppio lavoro e le foto sui social: «Sono fatta di cemento e vetro soffiato»
di Claudia Guasco
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Sabato 30 Settembre 2023, 07:07 - Ultimo aggiornamento: 07:25

ROMA «Quanto è bella una donna quando è felice?», si chiedeva qualche mese fa Klodiana Vefa. Lei era bella, ma la felicità se ne era andata da un pezzo. Eppure continuava a sorridere, a servire con gentilezza i clienti del ristorante nel quale lavorava, a occuparsi con amore dei due figli adolescenti. Partecipava alle cene della squadra di basket del maggiore, 17 anni, ha organizzato la festa di compleanno della più piccola, 14 anni. Ma da due anni la sua vita era un tormento e tutto è cominciato con la separazione da marito Alfred. «Non si può vivere all'inferno», scriveva Klodiana in un post. Perché questo, dice un'amica, significa avere accanto un uomo violento.

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DOPPIO LAVORO

Di origini albanesi, 36 anni, Klodiana Vefa abitava a Castelfiorentino da circa vent'anni. «Era una persona solare, socievole, una bravissima mamma, tutti i frequentatori del nostro locale le volevano bene», racconta il cameriere della pizzeria dove la donna ha lavorato per due anni.

Ad agosto ha lasciato il posto per un impiego in un calzaturificio di Empoli. «Faceva due lavori per tirare avanti - ricorda il collega - La sua vita era incentrata su questo e sui suoi due figli. Si dava tanto da fare, passava metà della giornata a lavoro e metà con i suoi ragazzi. Se ne è andata dalla pizzeria perché non ce la faceva più a fare tutto. Era una mamma attentissima». Instancabile e fragile allo stesso tempo. «Sono fatta di cemento armato e vetro soffiato. Alcune cose non mi toccano, altre mi distruggono», si descriveva su Instagram. I suoi social sono le pagine di un libro che narra di un amore che si sgretola. L'ultima foto che la ritrae con il marito, che giovedì sera l'aspettava armato sotto casa, risale a gennaio 2020, di pochi mesi prima lo scatto nel quale lui le dà un bacio mentre lei guarda nell'obiettivo. «Chi ti vuole non si arrende mai per averti», la frase di Klodiana. Tra i commenti c'è anche la risposta dell'uomo che la ucciderà: «Con una come te l'amore non finisce mai. Ti amo». La foto profilo di Alfred cristallizza la parte felice del loro matrimonio: lui e l'ex moglie abbracciati, seduti su una panchina. Erano i tempi in cui Alfred le scriveva: «Sei la mia vita». Poi qualcosa si rompe. «Se un uomo si aspetta che una donna sia un angelo nella sua vita, deve prima creare un paradiso per lei. Perché gli angeli non vivono all'inferno», la riflessione di Klodiana. Il suo ultimo post è di cinque giorni fa, insieme a lei c'è la figlia e in sottofondo una canzona di Arisa, la tristezza sembra avvolgerla. Non è più la Klodiana ottimista e fiduciosa che affermava: «Due cose ci salvano nella vita, amare e ridere. Se ne avete una state bene, se possedete entrambe siete invincibili». Ora le amiche si ritrovano sotto casa, portano fiori e candele. Chi conosce la coppia, sa dei loro problemi. «Erano separati, lui si era allontanato. Qualche screzio come in tutte le coppie che si dividono ma, all'apparenza, era tutto normale», riferisce un conoscente.

 

LA SEPARAZIONE

Nelle regole di vicinato questo significa che dall'appartamento non arrivavano echi di litigate o che i carabinieri bussavano alla loro porta. Ma un'amica dipinge una realtà ben diversa. «Klodiana era una grande lavoratrice, una donna splendida. Un paio di anni fa era riuscita finalmente a separarsi dal marito, un poco di buono. Un uomo violento. Lo sapevamo tutti. Ha avuto coraggio. Lui la sottoponeva a una forte violenza psicologica: lei, sempre solare e sorridente, cambiava completamente quando era con lui. Quell'uomo faceva davvero paura, lei però non lo ha mai denunciato, ha sempre cercato di farcela da sola. Ha resistito tanto tempo». Finché Alfred ha deciso che Klodiana non meritava di vivere.
 

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